Si è tenuto oggi al Senato, presso la Sala ISMA, l’incontro promosso da The Good Lobby, Will Media e la Rete Voto Sano da Lontano per affrontare il fenomeno dell’astensionismo elettorale involontario e sollecitare i senatori ad approvare la legge delega sul voto fuorisede, ferma in Commissione Affari Costituzionali da luglio 2023.
L’iniziativa Il Voto non è scontato, lanciata con una mobilitazione in Piazza Santi Apostoli a Roma a marzo 2023, nel corso del 2024 ha toccato il Festival della canzone italiana di Sanremo e le principali università italiane. Grazie alla pressione e alla visibilità ottenute, a marzo del 2024 è stato approvato un emendamento al Decreto Elezioni che ha consentito la sperimentazione del voto fuori sede, limitata però agli studenti e a quello specifico appuntamento elettorale. Proprio per richiamare la politica alle promesse elettorali di giugno 2022, quando la maggior parte dei partiti si era impegnata ad approvare una legge sul voto fuori sede, è stato organizzato l’incontro di oggi. Appare infatti urgente, alla luce dell’altissimo astensionismo riscontrato in occasione delle ultime tornate elettorali, introdurre soluzioni per colmare un vulnus normativo che incide fortemente sul fenomeno dell’astensionismo involontario.
All’iniziativa, moderata da hanno partecipato rappresentanti delle categorie maggiormente colpite dall’assenza di una legge sul voto fuori sede, tra cui studenti, persone non autosufficienti e caregiver, ma anche lavoratori di molte tipologie, tra cui quelli dello spettacolo e dello sport.
A rappresentare la categoria dei musicisti è intervenuta la nostra Presidente Emanuela Teodora Russo, anche in nome di UNISCA, per dare voce ai tanti lavoratori dello spettacolo che si trovano impossibilitati ad esercitare il loro diritto di voto perché impegnati in produzioni o tour lontani dall’abituale residenza.
Ecco il suo discorso:
Buongiorno a tutte e tutti, sono l’Avvocata Emanuela Teodora Russo e oggi sono qui in veste di Presidente di Note Legali, la più rappresentativa associazione di musicisti del nostro Paese; porto in questa sede anche il sostegno di Unisca e delle sue realtà associate e rappresentative della filiera dell’intero Settore Creativo, delle Arti e dello Spettacolo.
Innanzitutto vorrei ringraziare The Good Lobby, la Rete “Voto Sano da Lontano”, il Comitato “Io Voto Fuori Sede” e Will per aver organizzato questo evento e per la considerazione e sensibilità avute verso i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo. Il nostro mondo infatti non può più essere considerato solo svago o intrattenimento, ma deve vedersi riconosciuta pari dignità alla stregua di altri settori lavorativi.
L’arte e la cultura rappresentano il riflesso della nostra società, della nostra storia nonché della nostra identità, oltre che essere uno dei comparti lavorativi più importanti per il nostro Paese. Secondo un’indagine condotta da Eurostat nell’ambito di una ricerca promossa dal Ministero della Cultura* infatti, nell’anno 2023 sono più di 825.100 i lavoratori occupati in Italia nel settore culturale, una cifra che equivale a circa il 3,5% del numero complessivo di occupati a livello nazionale. Di questi, in base ai dati raccolti dall’osservatorio statistico dell’INPS, nel 2023 in Italia si contano 305.826 lavoratori dello spettacolo, addirittura il 18% in più rispetto al 2021 in pieno periodo pandemico, senza considerare però, e questo lo aggiungo io, tutto il lavoro sommerso che solamente una riforma organica e sistematica del settore, da più parti invocata, potrà aiutare a far emergere. Numeri importanti che chiediamo oggi con forza alle istituzioni di non continuare a ignorare.
Il comparto dello spettacolo è composto da molteplici professionalità sia artistiche che tecniche, all’apparenza anche molto diverse tra di loro ma che in realtà operano in maniera interdipendente e che si caratterizzano per elementi comuni a tutte le professioni. Per ogni artista che si esibisce sul palco davanti a un pubblico c’è tutta una macchina organizzativa in cui sono impiegate maestranze e personale tecnico per far sì che quello spettacolo possa realizzarsi: dai musicisti che accompagnano l’artista al suo staff, dai tecnici di produzione ai lavoratori ingaggiati per le attività di organizzazione allo spettacolo. Per ogni film proiettato al cinema cisono centinaia di persone impiegate per far sì che quel prodotto audiovisivo possa essere realizzato e distribuito: dagli attori al regista, dai doppiatori ai montatori. Per ogni canzone diffusa da un’emittente radiotelevisiva o in un pubblico esercizio, tante sono le figure impiegate per far sì che l’opera venga creata, prodotta e pubblicata: dagli autori e compositori ai produttori artistici, dagli artisti interpreti ed esecutori al personale impiegato nelle case discografiche e società editoriali. Tutte queste figure professionali per quanto diversificate tra di loro presentano dicevamo un carattere comune, in particolare, riguardo il tema cruciale dell’astensionismo involontario, ossia la estrema mobilità lavorativa. Gli impiegati in questo settore a qualsiasi titolo vedono le proprie attività caratterizzate da turni di lavoro irregolari e spostamenti frequenti anche per lunghi periodi. Molti di questi artisti, tecnici e operatori sono impegnati in produzioni che li portano lontano dal luogo di residenza e anche all’estero, rendendo praticamente impossibile l’esercizio del proprio diritto al voto che, ricordiamolo, sarebbe anche un dovere civico.
La mancata previsione nel nostro Paese (peraltro uno dei pochi europei in cui questo ancora accade) di un meccanismo che consenta ai lavoratori dello spettacolo di votare pur trovandosi per ragioni professionali lontani dal proprio comune di residenza, si concretizza in una irragionevole menomazione della partecipazione attiva alla vita democratica. Introdurre una modalità di voto anticipata, postale, presso un seggio in trasferta o addirittura elettronica, che assicuri l’esercizio del proprio diritto anche al lavoratore fuori sede non è solo una questione di giustizia ma anche di uguaglianza nella considerazione di ogni cittadino all’interno della società.
La partecipazione attiva dei lavoratori dello spettacolo al dibattito pubblico consentirà alla categoria di contribuire anche alle decisioni che riguardano il settore, per il raggiungimento di una democrazia più rappresentativa e inclusiva, di modo che non siano più spettatori passivi ma possano diventare tra i protagonisti di quello spettacolo che è la cosa pubblica.
Siamo consapevoli che in occasione delle ultime elezioni europee è stato fatto un passo avanti, la possibilità del voto agli studenti e alle studentesse fuori sede si è rivelata, nonostante le ristrette tempistiche con cui è stata organizzata, un piccolo successo a nostro parere, ma riteniamo non sia ancora abbastanza, come il dato delle Regionali in Liguria testimonia.
Ci uniamo dunque alle richieste delle rappresentanze qui presenti per chiedere al Governo di prendere una decisione ferma sul tema del voto fuori sede e che vengano ripresi i lavori sulla legge delega, ferma in Senato ormai da oltre un anno, dando in questo senso la nostra massima disponibilità e il nostro supporto con esperienza e competenza specifiche.
Grazie per la vostra attenzione e buon lavoro.
*Fonte: Ministero della Cultura
Per maggiori informazioni sull’iniziativa, e per firmare la petizione Io Voto Fuori Sede: www.thegoodlobby.it/campagne/io-voto-fuori-sede/
Qui il video dell’intervento di Emanuela Teodora Russo.