Il 22 aprile a Ginevra il Presidente della Confederazione Internazionale delle Società di Autori e Compositori (CISAC), Jean Michel Jarre, ha dichiarato: “In futuro non ci sarà un mercato di contenuti se i creatori non saranno in grado di crearli. Dobbiamo proteggere chi crea questi contenuti. Proteggerli vuol dire proteggere il loro diritto ad avere una equa remunerazione per il loro lavoro“.
Il suo predecessore Robin Gibb, indimenticabile leader dei Bee Gees, lo aveva già affermato al Congresso Mondiale sul diritto d’autore del 2009 a Washington: “Il diritto d’autore non è una barriera al progresso ma un facilitatore della creatività e della comunicazione. Un diritto d’autore forte non ostacola lo sviluppo dell’utopia digitale che Google, Microsoft ed altri promettono. Il diritto d’autore promuove questo sviluppo. Senza tutela del diritto d’autore sarebbe il caos, che costituirebbe un insormontabile ostacolo per il progresso“.
Gli autori italiani sono la musica che scandisce la vostra vita, sono i film che vi emozionano, sono i libri che segnano la vostra formazione. Il nostro lavoro è alla base di tutte le manifestazioni artistiche che da sempre raccontano il nostro Paese e lo rendono economicamente più ricco. Rappresentiamo un presidio per la nostra identità culturale nel mondo digitale e globale e difendiamo questi valori e diritti in una casa comune che non grava sulle finanze pubbliche: la Società Italiana degli Autori e degli Editori. In tutto il mondo gli autori hanno Società come la nostra, che non rispondono ad azionisti o a fiduciarie di venture capital, ma solo ai loro associati. Non si può svendere la creatività in nome di una liberalizzazione selvaggia o affidandola ad investitori che puntano a fare profitti sulla intermediazione del nostro lavoro, né con esenzioni ingiustificate e generalizzate. Noi produciamo cultura: la cultura è il seme della democrazia, della tolleranza, della libertà di pensiero, della storia e della identità di un Paese. Senza cultura del rispetto dei diritti di chi crea, scompariranno gli autori del presente e non ci saranno autori nel futuro.
Fonte: SIAE