Non basta, alla Recording Industry Association of America, il riconoscimento della corresponsabilità di LimeWire nelle violazioni di copyright commesse dai suoi utenti, così come decretato qualche settimana fa dal giudice newyorkese Kimba Wood. I discografici americani, che sono in causa con il sito di file sharing dall’agosto del 2006, invocano infatti un provvedimento d’urgenza che “spenga” immediatamente il servizio: “La portata delle violazioni indotte da LimeWire lascia allibiti”, scrivono i legali della RIAA in una lettera al giudice, sottolineando che ogni giorno che passa procura alle case discografiche “un danno che nessun risarcimento può e potrà ricompensare”.
I documenti processuali discussi in sede di prima udienza stabiliscono che il traffico su LimeWire è rappresentato al 93% da contenuti illegali, che il programma è stato scaricato oltre 200 milioni di volte e che il sito può vantare 50 milioni di utenti unici al mese. Solo ultimamente il fondatore della Web company Mark Gorton ha lanciato un negozio di download legale, LimeWire Store, che vende brani dietro autorizzazione di etichette e distributori indipendenti.
Fonte: Rockol