“Gli autori, gli editori, i produttori, insomma l’intera industria dei contenuti ci è cascata dentro fino in fondo. Nella rete. Quella digitale. Un’opinione pubblica che fa leva sulla ‘libertà del consumatore’ di scaricare dalla rete opere protette senza corrispondere alcunché perché ‘la cultura deve essere libera e gratuita’, ha fatto il resto. Così oggi, per comprare una valigia on line, un biglietto aereo, un orologio…si ritiene giusto dover prima pagare, mentre per una canzone, un film, un testo letterario si sostiene di no. Come se su un’ automobile parcheggiata o su un cavolfiore al mercato, dovesse campeggiare la scritta ‘vietato appropriarsene senza pagare’, altrimenti, senza avvertenza, ognuno può prendersi ciò che vuole”.
Sono le parole del Presidente della Siae, Giorgio Assumma in un suo intervento sul quotidiano “La Stampa on line” in rete il 7 novembre che illustra la situazione ormai globale, non solo italiana, riguardo alla gestione e al rispetto del diritto d’autore su Internet, in particolare per il peer to peer .
“Se fosse clonabile un’ auto, l’industria automobilistica chiuderebbe e milioni di persone perderebbero il loro lavoro, con la scusa del diritto alla mobilità – prosegue il Presidente Assumma precisando che – chiamare pirati i ragazzini che scaricano illegalmente file musicali e cinematografici da magazzini digitali sempre più vasti, non risulta certo facile. E nemmeno giusto. Le leggi attuali in tutto il mondo sono severe, prevedono multe a tre zeri e anche sanzioni penali, ma forse proprio per questo sembrano difficilmente applicabili ai singoli”. E allora che fare?
“Dopo un decennio di spolpamento degli autori, degli editori e dell’industria dei contenuti, qualche proposta – ricorda il Presidente della Siae – non per distruggere ma per governare il fenomeno del peer to peer, si va configurando, come è emerso dai lavori delle Stati Generali del Cinema a Roma, che hanno riunito autori, produttori, internet provider, specialisti di sicurezza informatica, associazioni di consumatori, ingegneri e esperti in diritto d’autore. Nel mondo si prospettano a breve (Francia, Gran Bretagna) o sono già operative (Olanda, Nuova Zelanda, Australia, Giappone) leggi, accordi o codici di comportamento che in sostanza si fondano sulla cooperazione tra autori, industria dei contenuti e internet provider, coloro cioè che incassano dal “cittadino-consumatore” le quote per gli abbonamenti con cui si viene connessi alla rete. Il sistema, in sintesi,- prevede che, direttamente o indirettamente (tramite Autorità terze) venga inviato per due volte, a chi scarica illegalmente opere tutelate, un avviso-richiamo. Alla terza infrazione si potrà procedere al taglio del servizio. Si tratta d’una specie di patente a punti, che tende a informare e responsabilizzare l’utente tramite una serie d’avvisi. I rappresentanti dei produttori – precisa Assumma nel suo intervento – si sono detti favorevoli a questa via. Gli internet provider si sono invece dichiarati d’accordo con l’invio degli avvisi, ma non con gli eventuali tagli del servizio. Dello stesso parere, il Professor Juan Carlos De Martin del Politecnico di Torino, storico sostenitore della flessibilità dei diritti d’autore per l’on-line (secondo il sistema dei cosiddetti Creative Commons) che ritiene eccessivamente sanzionatorio e non ben normato il taglio d’un servizio fondamentale per il cittadino qual è internet, concordando sulle censure dichiarate in questo senso dal Parlamento Europeo. Lo stesso De Martin, si è detto invece, favorevole a un sistema di licenza legale che a fronte di un pagamento forfettario da parte di chi incassa gli abbonamenti (gli internet provider) permette gli scaricamenti di opere tutelate. Anche il rappresentante della Federazione degli Autori di Musica Italiani (raccoglie in pratica la maggioranza degli autori musicali italiani) Franco Micalizzi e lo sceneggiatore Francesco Scardamaglia a nome dei Cento autori, si sono dichiarati d’accordo con questa ultima ipotesi. Insomma libertari della rete e detentori dei diritti si sono trovati, per una volta, insieme”.
E il Presidente così Assumma conclude: “Per la SIAE, è di estrema importanza che si cominci concretamente a parlare delle soluzioni in campo, perché i lamenti finora non sono serviti a molto e “il contatore” delle connessioni a internet continua a scattare, mentre il consumatore continua a pagare le connessioni, con le quali può scaricare musiche, film, canzoni senza corrispondere alcun diritto. A tutto vantaggio dell’industria tecnologica, non di chi ha lavorato e lavora ai contenuti. Insomma, continua la prevalenza assoluta del contenitore sui contenuti con buona pace di chi lavora proprio a questi ultimi”.
Fonte: Dirittodautore.it.