Il Consiglio Regionale della Toscana, nell’ultima sua seduta in questa legislatura, ha approvato il testo unico in materia di beni, istituti e attività culturali. E’ una legge importante che disciplina gli interventi della Regione per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici e la promozione e organizzazione delle attività culturali e di spettacolo: si occupa quindi di musica, teatro, biblioteche, musei, riviste e informazione culturale, cinema e multimedialità, formazione.
E’ un testo che individua alcuni principi di base impegnativi che valorizzano i beni storici e i beni immateriali, quelli conservati nei luoghi della cultura e quelli diffusi sul territorio, con particolare attenzione anche ai linguaggi della contemporaneità, dei giovani, della scuola. E’ un ordinamento coraggioso, proprio perché propone elementi diversi (che dovranno poi trovare validi regolamenti attuativi) sul variegato panorama della produzione e della diffusione della cultura.
E’ una legge rilevante perché introduce con notevole originalità il concetto di “musica popolare contemporanea”. Un riconoscimento di grande interesse rincorso dai molti protagonisti della scena musicale toscana che si sono mobilitatati negli ultimi anni (anche con l’adesione di Audiocoop nazionale e dell’Associazione Toscana Musiche) in appoggio alla proposta di legge sulla “musica popolare” promossa dal consigliere del PD Enzo Brogi e sottoscritta da un numero considerevole di consiglieri regionali di ogni schieramento. Adesso i principi espressi in quella proposta fanno parte del testo unico, laddove la Regione si impegna nella “promozione e valorizzazione della musica popolare contemporanea, in particolare di quella toscana, intendendo per musica popolare contemporanea ogni forma di espressione musicale diversa dalla musica lirica, sinfonica o colta, tra cui il rock, il jazz, il blues, il pop, il rap, l’hip-hop, il reggae, la musica folcloristica o etnica, l’elettronica”.
Di quella proposta, il testo approvato interpreta altri importanti elementi fra cui la “promozione e facilitazione della conoscenza e della fruizione del patrimonio culturale e degli eventi di cultura e di spettacolo attraverso un sistema (…) di accesso, di viaggio e di soggiorno”: un meccanismo simile a un “Erasmus della musica” che potrebbe permettere lo scambio e la condivisione delle esperienze in una visione italiana ed europea.
E’ un riconoscimento anche per le produzioni indipendenti (realtà su cui la Toscana ha una tradizione e una presenza di grande rilievo nazionale e internazionale) nel momento in cui si afferma di sostenere “le produzioni di musica popolare contemporanea di elevato livello qualitativo non affermate nel mercato dei consumi musicali”.
Questa legge regionale sostiene quindi che “la musica è cultura”, tutta la musica: un’importante dichiarazione di principio che adesso impegna tutti a un coerente lavoro di applicazione nella realtà.
Fonte: Audiocoop