Confindustria Cultura Italia, insieme agli autori e alle imprese culturali e creative europee, ha lanciato un forte allarme sulle norme attuative dell’AI Act, il regolamento europeo che dovrebbe definire il rapporto tra il settore creativo e le aziende sviluppatrici di modelli di intelligenza artificiale generativa.
Secondo Innocenzo Cipolletta, presidente di Confindustria Cultura Italia e dell’Associazione Italiana Editori, le misure delineate ad oggi comprometterebbero gravemente la tutela del diritto d’autore: “Se le misure attuative saranno quelle delineate nella terza bozza, l’AI Act fallirà completamente l’obiettivo che si era dato e si aprirà il varco a plateali violazioni delle norme europee sul diritto d’autore a danno dei cittadini, degli autori, delle imprese”.
Le principali criticità segnalate riguardano l’eliminazione degli obblighi di trasparenza e responsabilità per i fornitori di servizi di Intelligenza Artificiale. La terza bozza del Codice di condotta, infatti, prevede solo “sforzi ragionevoli” per la tutela del diritto d’autore, sollevando di fatto le grandi aziende tecnologiche dalla responsabilità di rispettare le leggi europee sul copyright. Inoltre, i fornitori di AI non avrebbero più l’obbligo di verificare con dovuta diligenza che gli insiemi di dati utilizzati per l’addestramento non contengano contenuti provenienti da fonti illecite.
“Insieme a tutte le associazioni degli autori e delle industrie culturali e creative europee respingiamo l’attuale testo e chiediamo che Commissione, Europarlamento e Stati membri ne denuncino l’inadeguatezza” ha dichiarato Cipolletta. “Il Codice di condotta, così com’è, non solo viola l’AI Act e la Direttiva Copyright, ma di fatto crea un porto sicuro per le big-tech, permettendo loro di sfruttare i contenuti creativi senza rispettare i diritti degli autori e degli artisti”.
Un altro punto critico evidenziato da Confindustria Cultura Italia è l’eliminazione dei requisiti di trasparenza: i fornitori di servizi di Intelligenza Artificiale non sarebbero tenuti a spiegare se e come rispettano le richieste di autori, artisti e titolari dei diritti che vengono obbligati, in totale violazione rispetto alla norma primaria, a utilizzare un sistema di riserva obsoleto, il file robots.txt, progettato per altri scopi e capace di una protezione totalmente inefficace, favorendo così unicamente le grandi piattaforme tecnologiche.
“La terza bozza del Codice di condotta stabilisce uno standard di attuazione che mina gli obiettivi dell’AI Act, contravviene al diritto dell’UE e ignora la volontà del legislatore europeo”, conclude Cipolletta. “Questa proposta è del tutto inaccettabile”.
L’appello completo lanciato da Confindustra Cultura Italia insieme ad una coalizione di autori, artisti e altri titolari di diritti attivi nei settori culturali e creativi dell’UE è disponibile qui.