Gli autori, i produttori e le associazioni di categoria del settore cinematografico e audiovisivo hanno indirizzato al Presidente del Consiglio Enrico Letta un appello per escludere i prodotti culturali e l’audiovisivo dai trattati commerciali tra Europa e Stati Uniti riservando ad essi una particolare tutela in considerazione del valore aggiunto di cui sono portatori in termini di diversità culturale e sviluppo dei mercati interni.?Il prossimo 14 giugno – si legge nella lettera aperta – il Parlamento europeo dovrà definire “il mandato negoziale che definirà gli accordi commerciali di libero scambio fra l’Europa e gli Stati Uniti“.
Secondo i firmatari dell’appello l’inclusione in un trattato di libero scambio in un mercato che si svolge soprattutto in un ambiente digitale globalizzato danneggerebbe la filiera culturale: “Gli operatori digitali americani oggi non hanno sedi, dipendenti, fatturato, fornitori, impegni, vincoli in Europa. Non investono in reti e contenuti né sui territori. Non creano valore, né valore aggiunto, né gettito fiscale. Non rispettano quindi le differenze, le considerano impedimenti. La liberalizzazione del mercato dei servizi audiovisivi abbatterebbe radicalmente e repentinamente il valore aggiunto generato dalle attuali filiere distributive del prodotto in tutta Europa, con danno per le imprese locali derivante da riduzione degli scambi sul mercato interno europeo, depressione della domanda di prodotto non mainstream e scarsissima capacità di accesso allo scaffale dei prodotti nazionali. La previsione di un rapidissimo processo di concentrazione delle funzioni di produzione e distribuzione fuori dall’Europa è coerente con quanto già accaduto fino ai primi anni del Duemila nell’industria statunitense dell’intrattenimento, che diventerebbe naturale interlocutore privilegiato dei nuovi giganti della distribuzione, con trasferimento oltreatlantico anche della funzione editoriale, attualmente invece molto diffusa in Europa”.
Di fronte a questi rischi, gli operatori dell’audiovisivo chiedono che l’Italia si schieri a fianco di quei Paesi che sostengono la necessità di salvaguardare i prodotti culturali escludendoli dal trattato: “Vi chiediamo che i 29 punti dell’Italia siano a fianco della Francia, dell’Ungheria, della Grecia nel voto del 14 giugno, se il voto sarà a maggioranza qualificata. Per l’esclusione totale. Senza tatticismi o rinvii a tempi di cui nessuno conosce le grandezze. Senza paura di prendere una posizione forte, avendone le ragioni”.
Fonte: SIAE