Lo scorso 1 marzo si è tenuta a Roma l’Assemblea degli Associati SIAE, durante la quale si sono svolte le elezioni per il Consiglio di Sorveglianza, i cui risultati sono pubblicati in questa news. Nel corso dell’Assemblea è intervenuto anche il nostro presidente Andrea Marco Ricci. Pubblichiamo di seguito un report integrale del suo intervento.
“Cari colleghi Autori, Cari Amici Editori, Caro Presidente,
vorrei rivolgere un accorato appello a tutti voi. Indipendentemente da chi vincerà queste elezioni, ritengo che la SIAE sia a un bivio e deve affrontare una situazione critica su due fronti.
Sul fronte esterno, non possiamo non notare che è arrivata in Parlamento una marea che ha nel proprio programma elettorale la riduzione della proprietà intellettuale a 20 anni e che vuole “mandare a casa”, tutto ciò che il popolo vede come vecchio, burocratico, difensore di interessi non comprensibili.
Ora, se non vogliamo che questa marea travolga la nostra “mamma SIAE”, dobbiamo chiederci quale immagine la SIAE stia dando al Popolo Italiano.
Se la SIAE non è capace di spiegare il senso profondo del diritto d’autore, come diritto del lavoro e incentivo alla creatività e non come “una tassa”, se non sa prendere per mano in modo gentile e trasparente gli utilizzatori, favorendoli nella loro attività, come spesso non sanno fare i nostri mandatari, molti dei quali gestiscono il loro territorio come un piccolo feudo esercitando con arroganza una sorta di “jus prime noctis”, se non sa venire incontro con tariffe più accomodanti chi si impegna a fare attività culturali, allora non vedo un futuro roseo per questa SIAE.
È necessaria una operazione di rivalutazione dell’immagine della SIAE verso l’esterno, perché se il popolo non la capisce, il popolo farà di tutto per cambiarla.
Ci venga data l’opportunità, attraverso canali privilegiati (un numero verde?) per segnalare quei comportamenti dei mandatari che danno questa pessima immagine della SIAE. Si organizzino incontri per la promozione del diritto d’autore, per spiegare agli utilizzatori come funziona la SIAE e il diritto d’autore. Si faccia divulgazione in modo chiaro e trasparente.
Sul fronte interno, invece, si stanno scontrando due diverse filosofie: chi ritiene che la SIAE debba essere un mero collettore di proventi e chi ritiene che debba, senza snaturarsi, svolgere attività a favore della categoria.
Non si dimentichi che in Italia è stato appena lanciato un servizio, Spotify, che rappresenta certamente una grande rivoluzione nella fruizione di musica, dove non sono indicati né autori, né editori musicali. Diventa difficile pensare che la SIAE possa ripartire correttamente i propri compensi, se, attraverso le licenze collettive, non si costringono gli utilizzatori a riportare pubblicamente i nomi degli aventi diritto, come il diritto morale di paternità prescriverebbe.
Nell’attuale statuto l’attività di promozione culturale e di solidarietà è rimasta come una eventualità superflua, lasciata alla sensibilità dei consiglieri di amministrazione, e solo qualora vi fosse un utile di gestione. Questo tipo di approccio fa venire forse meno il senso di una SIAE pubblica e monopolista: se i creativi non tornano al centro dell’interesse della SIAE il rischio forte è quello di una spaccatura insanabile nella categoria, o una fuga di molti autori verso collecting estere, dove vi sono importanti attività a sostegno dei giovani autori.
Mi piace camminare per i corridoi della nostra sede generale e vedere i manifesti degli incontri che SIAE organizzava negli anni passati: le giornate degli autori, i convegni a difesa del diritto d’autore, eventi e conferenze stampa.
Poiché stiamo affrontando una battaglia culturale, allora credo che una strategia per una nuova immagine della SIAE, da un lato, e molta attività divulgativa sul diritto d’autore e sul ruolo di SIAE, nonché iniziative per la promozione culturale siano le armi più adatte.
Non si dimentichi che SIAE raccoglie i proventi delle elaborazioni di pubblico dominio (500 mila euro all’anno), che potrebbero essere utilizzati proprio a questo scopo, senza in alcun modo sottrarre tali compensi dalle tasche degli autori e degli editori”.
Avv. Andrea Marco Ricci, Ph.d.
Presidente Note Legali.