Dazi e music business: quali scenari?

La politica dei dazi imposta dall’amministrazione Trump, pensata per rilanciare la produzione manifatturiera negli Stati Uniti, sta già facendo sentire i suoi effetti sull’industria musicale e potrebbe avere conseguenze ancora più gravi in futuro. Nei giorni scorsi infatti il presidente americano ha annunciato l’introduzione di tariffe imposte a tutti i partner commerciali, maggiori nei confronti dei paesi con cui gli Stati Uniti hanno un deficit commerciale, ovvero importano più di quanto esportano. Lo scopo? Proteggere l’industria americana e favorire il consumo di beni prodotti in USA che, tuttavia, includendo componenti e materie prime di importazione, vedranno comunque un aumento dei prezzi per i consumatori finali.

Qualunque siano gli intenti e gli ambiti di applicazione di un dazio, quindi, le conseguenze riguardano tutte le industrie e i settori connessi a scambi internazionali, compreso il music business.

Vediamo insieme quali potrebbero essere le ricadute di queste politiche sul settore.

Produzione fisica: vinili, CD, packaging e merchandising

I materiali alla base della produzione fisica di dischi (PVC per i vinili, carta per le copertine, lacche per le matrici, ecc.) provengono spesso da Paesi colpiti dai dazi. I costi di produzione aumentano e i vinili rischiano di diventare prodotti di lusso. Le etichette indipendenti, già fragili sul piano finanziario, potrebbero essere costrette a ridurre le uscite fisiche o a delocalizzare la produzione, con possibili impatti sulla qualità e sui tempi. Anche il merch rischia rincari per via dei dazi su tessili, plastica e materiali di stampa. Maggiori costi di logistica e magazzino possono erodere i margini, colpendo in particolare le band emergenti e, di nuovo, le label indipendenti.

Strumenti e tecnologie

I dazi su componenti elettroniche e strumenti musicali (come chitarre, interfacce audio, hardware da studio, ecc.) causano un’impennata nei costi di produzione, noleggio o acquisto. Questo peserebbe su musicisti, studi di registrazione, scuole di musica e locali di musica dal vivo, con un effetto domino su tutta la filiera.

Circuitazione live e logistica

Uno degli impatti più immediati è sulla musica dal vivo. Tour manager, crew, artisti e promoter devono ora fronteggiare aumenti dei costi di trasporto e assicurazione, complicazioni burocratiche nei visti e nelle autorizzazioni temporanee, maggiori oneri per l’import/export temporaneo di attrezzature.

Questo potrebbe scoraggiare tournée internazionali, limitare l’accesso degli artisti europei al mercato americano (e viceversa) e spingere festival e venue a preferire artisti nazionali. I costi potrebbero ricadere sui biglietti, con conseguente calo di pubblico e minore sostenibilità economica dei live.

Music publishing e diritto d’autore

Nonostante i dazi non colpiscano direttamente il diritto d’autore, l’editoria musicale può essere colpita su più fronti. Meno concerti dal vivo equivalgono a meno diritti derivanti da pubbliche esecuzioni, strumenti e attrezzature più care potrebbero significare una diminuzione nell’iniziativa di creazione di nuove opere, e anche le eventuali ritorsioni da parte di altri Paesi, come la trattenuta di diritti spettanti a editori stranieri, aggiungono ulteriori elementi di instabilità al sistema.

Streaming e digitale

Sebbene il digitale sembri immune, le piattaforme di streaming musicale potrebbero subire effetti indiretti. L’aumento del prezzo di dispositivi come smartphone e smart speaker potrebbe rallentare la diffusione o l’aggiornamento tecnologico. Inoltre, l’incertezza economica incide sempre sulla spesa discrezionale dei consumatori, compresi gli abbonamenti ai servizi digitali.

La nuova ondata protezionistica mette a rischio l’equilibrio – già delicato – della circolazione culturale transatlantica. Gli effetti non sono solo economici ma anche artistici, perché minacciano la possibilità stessa di produrre, promuovere e far circolare musica.

In questo scenario, è essenziale che gli operatori del settore, le associazioni professionali, i policy maker e i rappresentanti dell’industria musicale lavorino insieme per monitorare l’evoluzione della situazione, informare adeguatamente i professionisti del settore e promuovere politiche di tutela che permettano alla musica di continuare a superare ogni frontiera, anche quelle doganali.

Related Posts

Next Post

Welcome Back!

Login to your account below

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.