Le associazioni riunite nel coordinamento Amici della Musica hanno lanciato una petizione su Change.org org (http://ow.ly/pNA2U) per chiedere che nel nuovo contratto di servizio fra lo Stato e la Rai venga inserito un vincolo che preveda una quota pari al 40% di musica italiana prodotta in Italia all’interno dei palinsesti di radio e tv, e un’ulteriore quota destinata alla promozione dei giovani talenti del 20%, come avviene in Francia. La stessa richiesta viene fatta per i grandi network radio televisivi privati. L’appello è stato firmato anche da figure importanti della musica italiana come Piero Pelù, Eugenio Finardi e Piotta. Nel ricordare questa importante iniziativa, Giordano Sangiorgi (Audiocoop, MEI) ha analizzato le classifiche di Musica e Dischi degli ultimi tre mesi che vedono la quota dei dischi italiani acquistati al 60,6%, mentre la musica internazionale rappresenta solo il 21% e il restante 18,3% è costituito da compilation (sia di musica italiana che straniera). La quota delle etichette indipendenti, sommando singoli, album e compilation italiane, si attesta quindi al 25%. Si dimostrerebbe così come esista una discrepanza fra ciò che viene venduto (2/3 della musica acquistata è quindi made in italy) e i brani trasmessi in radio: dai dati forniti da Earone ed Airplay, considerando i 50 brani più programmati, negli ultimi tre mesi quelli stranieri sono stati presenti per il 78%, contro il 22% degli italiani, con una quota di artisti appartenenti alle scuderie delle major dell’84% e relegando gli indipendenti al 16%.
La proposta verrà discussa anche in occasione del festival Musiche Indipendi di Pistoia, domenica 24 novembre, all’interno dell’incontro sugli Stati Generali della Musica in Italia.