Un’indagine di mercato condotta a campione da Olswang (studio legale britannico specializzato nel settore dei media) rivela (non con particolare stupore) che per molti adolescenti inglesi piratare musica da Internet “non è un crimine ma uno stile di vita”.
Solo il 10% degli individui intervistati dai ricercatori (in tutto1162: 927 adulti sopra i 18 anni e 235 adolescenti tra i 13 e i 15 anni) ha chiaramente dichiarato di scaricare musica illegalmente dal Web almeno una volta alla settimana, mentre il 14% ha affermato di acquistare online cd e file digitali musicali legali.
Questi dati sono sicuramente poco veritieri e decisamente approssimativi: anche sotto anonimato diverse persone preferiscono non rivelare comportamenti contrari alla legge.
La ricerca Olswang conferma inoltre che per i giovani britannici You Tube ha ormai sostituito la radio come strumento per la scoperta di nuova musica, ma anche in questo caso non mancano segnalazioni di utilizzi illeciti: parte degli utenti di tale sito spiega di fare uso dell’applicazione hi-jack per trasformare la base sonora dei video in mp3.
La maggior parte dei consumatori inglesi intervistati si dichiara a favore dello streaming (poiché lo ritiene un modo per provare un prodotto prima dell’acquisto e un ottimo canale di promozione per la cultura musicale in ogni sua forma) e approva le formule di abbonamento che permettono un certo numero di download giornalieri o mensili.
Una fetta degli individui inglesi interpellati in questa ricerca si aspetta il totale declino del compact disc nel giro di 5/10 anni e attende con entusiasmo la commercializzazione di apparecchi in cui convergano allo stesso tempo sistemi audio e video: si prospettano infatti nel futuro piattaforme in cui coesisteranno radio, televisione 3D, Pc, dvd player, impianto audio con effetto surround, webcam e quant’altro possa essere inventato e “reso indispensabile” in questa era di continua evoluzione tecnologica.
FONTI: SIAE, Cronaca24