“Finalmente le le grandi aziende multinazionali di internet e della telefonia pagano alla fonte i contenuti creativi contribuendo così’ a contrastare in modo serio ed efficare la pirateria”.
E’ di ieri la notizia che c’è stato un primo accordo in Gran Bretagna tra Universal Music e Virgin Media per un servizio di download e streaming illimitato agli abbonati del servizio di banda larga. L’accordo prevede che i clienti di Virgin Media possano accedere all’enorme catalogo di Universal in formato mp3 e quindi interoperabile con qualsiasi device compreso nel costo dell’abbonamento al servizio di banda larga. Si tratta di un accordo che, facendo pagare alla fonte Virgin Media i contenuti musicali che mette a disposizione Universal con il suo catalogo, permette lo sviluppo di un’offerta legale di musica on-line.
Soddisfazione di Win e AudioCoop “Finalmente le le grandi aziende multinazionali di internet e della telefonia pagano alla fonte i contenuti creativi contribuendo così’ a contrastare in modo serio ed efficarela pirateria” dichiarano “E’ necessario ora alalrgare tali accordi a tutti i protagonisti del settore”.
“E’ un primo accordo molto soddisfacente” commentano da Win, l’associazione mondiale delle associazioni di discografici indipendenti, e AudioCoop che av evano lanciato per primi un appello in tal senso lo scorso 15 maggio a Bologna in occasione del convegno internazionale sulla musica promosso con successo dagli Amici della Musica ” che va allargato a tutto il settore con accordi quadro che prevedano anche i contenuti degli indipedenti. Si tratta del modello giusto per abbattere l’illegalità musicale on line abbandonando speriamo finalmente inutili campagnae terroristiche e annunci di azioni repressive che spaventavano l’utente finale allontanandolo dal consumo di musica attraverso normali canali e aumentando di fatto la pirateria musicale, fermo restando la necessità di norme e sanzioni antipirateria che colpiscano le organizzazioni”
” Compensi agli artisti e produttori dalle multinazionali di internet e della telefonia, per far crescere la musica italiana. Questa una delle idee forza emerse dal convegno di Bologna, sostenuta pienamente anche da WIN, l’associazione mondiale dei discografici indipendenti alla quale aderisce AudioCoop in Italia Ma soprattutto – e su qusto Win nel mondo e AudioCoop in Italia punteranno – è opportuno puntare a nuovi progetti sul mercato on line in forte espansione e fare accordi a monte con le aziende nazionali e multinazionali della telefonia, uniche e reali beneficiarie del business della rete su hard ware e software grazie alla musica ” concludevano gli interventi di Simon Wheleer , Vice Presidente di Win, e di Giordano Sangiorgi, Presidente di AudioCoop, e Giampiero Bigazzi , Vice Presidente di AudioCoop, al convegno.
Questa infatti può essere una prima risposta per garantire più risorse al settore puntando a una maggiore democraticità nella redistribuzione dei diritti connessi che, se ben distribuiti, potrebbero favorire un migliore sviluppo di tutta la produzione e promozione musica le e dare continuità alla verve creativa degli artisti. A tal riguardo, AudioCoop insieme alla Win, ha fatto emergere una forte raccomandazione a Governo e Parlamento per fissare norme che agevolino gli accordi con i server provider, allo scopo di favorire il riconoscimento agli autori, ai produttori, agli artisti interpreti ed esecutori, di compensi forfettari che permettano la libera erogazione di file di ogni tipo attraverso la rete.
Si è, inoltre, sottolineata la necessità di integrare l’attuale Legge n. 633 del 22.4.1941, che già riconosce agli autori, ai produttori, agli artisti interpreti ed esecutori, un compenso derivante dalla vendita di supporti vergini di CD e DVD, estendendolo anche alle memorie fisse o trasferibili destinate alla registrazione di fonogrammi o videogrammi, di varie dimensioni e capacità.
Infine sulla Legge “Création at Internet” con la quale la Francia cerca di dare una risposta al fenomeno della pirateria digitale e’ necessario invece, per non allontanare gli utenti con inutili campagne repressive che allontanano dalla musica l’utente finale, accanto ad un doveroso apprezzamento per la deterrenza contenuta nella norma, si è notato che si tratta di una impostazione “tardiva e obsoleta”, che affronta la questione solo in termini sanzionatori, ma che poi non affronta alla radice il problema: cioè prendere di petto le grandi società multinazionali di telefonia e di internet che traggono colossali vantaggi economici dall’offerta libera e gratuita di questi contenuti creativi in rete e obbligarli a riconoscere i giusti compensi ai legittimi titolari dei diritti.
Infine, vi è l’auspicio di rafforzare il confronto tra le forme tradizionali di tutela del diritto d’autore e le nuove licenze di “creative commons”, perché ciò potrebbe aprire nuovi mercati e sostenere le autoproduzioni e gli artisti indipendenti ed emergenti. In tal senso vengono viste positivametne le aperture piu’recenti fatte dal Presidente della Siae Giorgio Assumma in tale direzione che certamente non potranno che favorire l’accesso alla musica come professione del futuro da parte delle piu’ giovani generazioni.
Fonte: Audiocoop