“Questo è un giorno triste in Italia per il diritto d’autore perché a causa dell’inerzia dell’AGCOM si è allargato lo “spread” tra legalità e pirateria su internet”. E’ di grande amarezza il primo commento del Presidente di Confindustria Cultura Italia, Marco Polillo, alla luce delle dichiarazioni rese ieri al Senato dal presidente Corrado Calabrò.
“L’incomprensibile dietrofront del Presidente Calabrò rispetto agli impegni pubblici da lui stesso presi in Senato e poi alla Camera dei Deputati lascia sgomenti – ha proseguito -. Non avremmo mai creduto che un ‘uomo delle istituzioni’ si lasciasse influenzare da cattivi consiglieri e dagli estremisti della rete che pretendono un web anarchico dove è possibile calpestare ogni forma di diritto. Per due anni l’AGCOM ha lavorato ad un provvedimento che rendesse efficace il contrasto alle piattaforme pirata che stanno distruggendo l’industria della cultura italiana: malgrado l’enorme lavoro e l’ampio consenso questa Autorità ha preferito non decidere dandola vinta a chi si arricchisce illegalmente con il nostro lavoro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: è stato affossato un provvedimento che aveva incassato l’assenso della Commissione UE, del Parlamento, del Governo in carica. Non lo diciamo solo noi: il report 301 del Governo USA conferma il nostro Paese nella watch list degli stati a più alto tasso di pirateria e contraffazione, puntando il dito sull’incapacità di adottare un regolamento tecnico per contrastare più efficacemente le violazioni della proprietà intellettuale sulle reti digitali. Per questo chiediamo con forza al Governo e alla prossima Autorità – ha concluso Polillo – di mettere il tema al primo posto in agenda e potenziare il nostro sistema di risposta alla diffusione illegale di opere dell’ingegno“.
“Profonda delusione” é il commento di Enzo Mazza, Presidente di FIMI, la federazione delle case discografiche di Confindustria, di fronte alla relazione di fine mandato del Presidente di Agcom, Corrado Calabrò. “Il Presidente Calabrò – ha commentato Mazza – ha di fatto sancito la resa dell’Autorità, consegnando virtualmente la maglia dell’Agcom agli ultras della pirateria. Bene ha fatto l’amministrazione Obama a mantenere l’Italia nella lista nera dei Paesi con scarsa tutela dei diritti di proprietà intellettuale a causa della mancata adozione del regolamento Agcom, ampiamente promesso anche dal Presidente dell’Autorità in più occasioni. Situazione resa ancora più paradossale dal fatto che la Spagna é invece uscita dalla lista nera con l’adozione di una nuova norma antipirateria“.
In Italia, secondo i dati di Comscore, circa il 26% degli utenti di internet accede ai servizi illegali. “Proprio in questa fase nella quale si sta sempre più affermando il mercato digitale della musica, in Italia secondo i dati Deloitte, nel primo trimestre del 2012, la musica online ha superato il 30% del totale mercato, con una crescita del 44%, sarebbe stato necessario dare un segnale all’offerta illecita con un provvedimento coraggioso. Alla fine però abbiamo assistito ad un discutibile dietro-front che di certo non ha messo in buona luce il nostro Paese nei confronti dei principali partner commerciali stranieri” ha concluso Mazza.
Fonte: Dirittodautore.it