In una nota della settimana scorsa An Gianni Alemanno ha dichiarato: “La legge di riordino della SIAE, recentemente licenziata dal Senato, e’ un duro colpo alla capacità di tutelare la proprietà intellettuale nel nostro Paese.
Sono infatti stati introdotti elementi di privatizzazione dell’Ente, rafforzando la posizione dominante in SIAE delle multinazionali della musica, a danno soprattutto degli Autori italiani e, non a caso, non si e’ voluta accogliere la proposta di garantire all’interno degli organismi societari la maggioranza agli Autori, cosi’ come avviene nelle omologhe società estere”.
Ma, soprattutto, – prosegue Alemanno – con un colpo di mano si e’ introdotto un emendamento, proposto dalla sinistra radicale, che consentirà , di fatto, di scaricare la musica gratuitamente da internet. E’ un paradosso che mentre in Francia si apprestano a rendere piu’ severe le norme sul download, in Italia si decida di percorrere esattamente la via opposta, nonostante sia evidente che il futuro della commercializzazione della musica e’ in internet. Una legge pensata male e scritta peggio, che dovrà essere rivisitata urgentemente dal nuovo legislatore che uscirà dalle urne nel prossimo mese di aprile. Cosi’ come lascia perplessi la gestione della SIAE, che, soprattutto nell’ultimo periodo, ha visto un proliferare di nomine, tra le quali quella di uno stretto parente del Ministro vigilante”.
“E’ necessario conclude il deputato di An – che il Ministero dei Beni culturali torni ad esercitare con rigore i controlli sulla SIAE soprattutto per quanto riguarda la trasparenza nei comportamenti e l’utilizzo del denaro che, non va dimenticato, e’ di proprietà dei Soci”.
A tali affermazioni ha prontamente risposto il presidente della S.I.A.E. Avv. Assumma: “Mi meravigliano le dichiarazioni rilasciate dall’On. Alemanno, di solito molto accorto, sulla nuova legge relativa alla Siae, che risultano frutto di un esame affrettato e privo di conoscenze giuridiche”.
E riguardo al presunto proliferare delle nomine all’interno della Società degli autori e degli editori, denunciato da Alemanno invita l’onorevole a “fare nomi e cognomi, cosi’ come si conviene ad ogni corretto ed oculato confronto indagatorio”.
La legge emanata recentemente, dice Assumma, “lungi dal preordinare un cammino di privatizzazione dell’Ente, pone invece una definitiva barriera a qualsiasi tentativo di privare la nostra Società del carattere pubblicistico che essa ha sempre rivendicato a favore della tutela degli autori e degli editori”.
E ancora, replica il presidente S.I.A.E., il ministero dei beni culturali “non ha mai cessato la sua funzione di vigilanza, ma anzi se l’e’ vista riconfermare nella pienezza con cui l’ha sempre esercitata”. La questione del peso degli autori in seno alla gestione della Società , fa notare quindi Assumma, “e’ un argomento che non poteva essere preso in considerazione da tale legge, che e’ stata destinata soltanto a definire la qualifica giuridica della Siae”. Quanto alla norma di liberalizzazione dell’uso delle opere diffuse via Internet a favore del popolo dei fruitori, continua, “si tratta di un precetto che va completato in sede di regolamentazione, voluto ed approvato nelle commissioni parlamentari che si sono occupate dell’approvazione della legge, compreso lo stesso gruppo politico di cui Alemanno fa parte”. Assumma si dice quindi disponibile ad incontrare Alemanno “quando e come vuole: gli dimostrero’ – conclude – che la unanimità degli autori e degli editori ha sempre auspicato questa legge”.