Il 20 giugno scorso si è svolto a Roma il dibattito pubblico “La musica al
lavoro: Italia ed Europa a confronto“, organizzato dal SIAM in collaborazione con il SAI (Sindacato Attori).
In proposito il SIAM ha diffuso un comunicato stampa dove si afferma che: “In luglio pubblicheremo un numero speciale della rivista IS (Informazione e spettacolo), dedicato a questo evento, in cui si potranno leggere integralmente tutti gli interventi. L’incontro si è aperto con le note del Trio jazz Pagni-Antonietti-Vigliar,
nato dalla collaborazione di Stefano Pagni, professore del Dipartimento Jazz del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, con due suoi allievi. Indiana Raffaelli ha poi introdotto l’incontro, organizzato nelle giornate dedicate in tutto il mondo alla Festa della Musica proprio per dare un segnale di attenzione non solo alla musica vista come svago e intrattenimento, ma alla
reale situazione lavorativa dei musicisti di professione. Ha richiamato quindi l’attenzione sull’importanza che riveste per il settore la Risoluzione del Parlamento Europeo, fulcro del dibattito, esortando tutti i presenti ad impegnarsi affinchè il dialogo nato dall’incontro possa essere proficuo ed il nostro Parlamento cominci a recepire gli inviti più facilmente attuabili, ma allo stesso tempo che il Parlamento Europeo si faccia promotore di una trasformazione della Risoluzione in Direttiva, e quindi con valore cogente.
Ha poi ceduto la parola all’ospite principale, l’europarlamentare e direttore d’orchestra Claire Gibault, che ha illustrato le linee guida della Risoluzione del Parlamento Europeo sullo Statuto sociale degli artisti approvata il 7 giugno 2007, di cui è stata relatrice.
Dalla sua viva voce si è, ancora una volta, potuta misurare la distanza che separa la situazione ed il dibattito pubblico italiani dal resto dell’Europa, per quanto riguarda la tutela degli artisti. Quanto da noi sembra ancora pura fantasia, in altri Stati membri è già realtà acquisita.
Questo ci dà la spinta a lottare per ottenere anche noi il dovuto riconoscimento della nostra professione e dei nostri diritti.
Claire Gibault, dopo aver ascoltato una descrizione della situazione italiana si è impegnata ad incontrare a breve il Ministro Sandro Bondi allo scopo di verificare l’accoglimento degli inviti e delle raccomandazioni che la Risoluzione avanza agli Stati membri per l’attuazione di una serie di misure coerenti e globali che riguardino la situazione contrattuale, la sicurezza sociale, l’assicurazione malattia, la tassazione diretta e indiretta (degli artisti) e la conformità alle norme europee.
Gli interventi che sono seguiti hanno tutti sottolineato l’urgenza di far uscire il Paese dalla condizione di arretratezza e di illegalità in cui versa il settore, secondo le linee tracciate dalla Risoluzione europea, in perfetta sintonia con le rivendicazioni del SIAM.
In particolare, il segretario Antonino Salerno si è soffermato sulla rilevanza sociale, culturale ed economica delle attività musicali e, dopo aver ricordato gli interventi legislativi peggiorativi degli ultimi 15 anni che hanno eroso il sistema di protezioni sociali dedicate alle arti dal vivo in Italia e che omologando la previdenza specifica dello spettacolo al sistema generale portano la più grande responsabilità del dilagante lavoro nero o grigio nel settore, ha concluso con l’auspicio che questa importante Risoluzione del Parlamento europeo si tramuti al più presto in una direttiva, il solo modo per impegnare anche il Governo italiano, insensibile e sordo a questi temi.
Molti degli interventi dal pubblico hanno sottolineato l’urgenza di una riforma dell’educazione musicale, fondamentale per lo sviluppo del settore nel suo complesso. Ci sono stati interventi in tal senso da parte di Paolo Damiani, membro del comitato Berlinguer, che ha sottolineato l’importanza dell’inserimento della pratica musicale nel curriculum della scuola dell’obbligo, e degli scambi e collaborazioni con artisti e realtà musicali esterne; di Valeria Profeta, rappresentante degli insegnanti di strumento nei licei, che ha richiamato l’attenzione sulla grave mancanza di licei musicali, e sull’ignoranza in materia da parte degli stessi legislatori.
Anche Marco Quaranta, violinista, ha parlato in favore della creazione dei licei musicali, ed ha duramente criticato l’utilizzo dei fondi ministeriali per i laboratori musicali gestiti da associazioni private, senza un progetto comune e senza un controllo di qualità.
Il Prof. Matteo Segafreddo dell’Italia dei Valori, unico rappresentante politico che ha tenuto fede all’impegno preso ed ha partecipato al dibattito, ha anch’egli ribadito l’importanza fondamentale dell’istruzione musicale, e di creare un efficace rapporto degli italiani con la cultura.
Ha sottolineato il fatto che le scuole, con la autonomia, sono state di fatto lasciate sole di fronte al problema dell’educazione musicale, come anche le SISS per formare i futuri insegnanti di musica, autonome e quindi sole rispetto alle università.
Ha denunciato la cattiva gestione dei fondi destinati alla musica, proponendo un intervento sulla programmazione di enti ed associazioni, in modo che vengano rappresentati in quote percentuali stabilite tutti i generi musicali. A tal fine ha suggerito un monitoraggio dell’attuale programmazione da effettuarsi in accordo con la SIAE. Dopo aver richiamato l’esigenza di mettere in rete i tanti soggetti che si battono per la diffusione della musica e della pratica musicale, ha assicurato l’interessamento ed il sostegno del suo partito.
Dal canto suo la CGIL, rappresentata da Rosario Strazzullo, si è impegnata a porre al Governo la questione del welfare dei lavoratori dello spettacolo, chiedendo quel tavolo specifico che avrebbe già dovuto aprirsi nella passata legislatura, e ribadendo che il livello di spesa complessiva per il welfare in Italia è in linea con quello degli altri Stati membri, ma distribuito in modo iniquo.
Anche Silvano Conti, segretario nazionale dell’area di produzione culturale di SLC e Maurizio Feriaud, segretario del Sindacato Attori hanno ribadito la necessità di un adeguamento del sistema di sicurezza sociale dello spettacolo ad una realtà lavorativa atipica e precarizzata al punto da renderla invisibile allo Stato sociale. Carlo Testini, della direzione nazionale dell’ARCI, ha auspicato l’avvio di un percorso comune con il SIAM sui temi che vedono un’oggettiva convergenza fra le due organizzazioni, soprattutto il tema della funzione sociale della musica e dell’espressione artistica.
Sono inoltre intervenuti: Felice Mezzina, Gianni Trovalusci, Pierluigi Pietroniro, musicisti, Otello Angeli dell’Imaie, Pino Galeota del Diritto alla Musica.
Nonostante l’assenza dei rappresentanti dell’attuale governo, il bilancio dell’incontro è estremamente positivo quanto al livello degli interventi e agli impegni presi, e deve quindi essere visto come l’inizio di un percorso per il quale abbiamo bisogno di un maggiore impegno da parte di tutti i musicisti, dato che, come ci insegna la storia, solo una forte partecipazione da parte di tutti i lavoratori rende possibile l’avvio di un serio cammino di riforme“.
Fonte: SIAM – sindacatomusicisti.it.