In queste ore la decisione di Meta – società che possiede i colossi dei social e della comunicazione Facebook, Instagram e WhatsApp – di escludere il repertorio SIAE dalla propria library ha generato un vero e proprio terremoto nel settore, lasciando sconcertati autori, editori, artisti ma anche i semplici utilizzatori, che ora si trovano a fruire sui loro social preferiti contenuti muti, senza musica.
Ma cosa è successo? Sono saltate le trattative per concludere un accordo equo che garantisca la giusta remunerazione agli autori per l’utilizzo delle proprie opere sui social del colosso: a SIAE è stato infatti richiesto di accettare una proposta unilaterale, che non prevede la possibilità di una valutazione trasparente e condivisa sull’effettivo valore del repertorio, unita al rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo. Una posizione in evidente contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright di applicazione europea.
Sulla vicenda Note Legali e il CAM – Coordinamento delle Associazioni di Musicisti dichiarano:
L’approvazione della Direttiva Copyright ha rappresentato una grande conquista e una vera a propria pietra miliare nei diritti digitali per gli autori e gli artisti, frutto di uno sforzo comune dell’industria musicale.
Ora bisogna passare alla applicazione pratica delle norme, perché non rimanga un mero principio.
I grandi colossi del web giocano a “dividi et impera”.
Impongono la propria forza contrattuale senza rendere trasparenti i propri bilanci su cui pesare il valore dell’uso dei contenuti.
Costringono le collecting a firmare accordi di riservatezza perché ogni Paese non sappia a quanto è stato chiuso l’accordo con una Collecting consorella. Perché il valore di questo utilizzo dovrebbe essere difforme in ciascun Paese se l’utilizzatore è lo stesso?
È necessario che le collecting europee facciano squadra per avere una maggiore forza contrattuale e potere trattare il valore di questi utilizzi a livello europeo, senza discriminazione economica per la nazionalità o rappresentanza degli aventi diritto.
L’industria culturale si ricompatti per dare un’altra prova che senza contenuti queste piattaforme non possono avere futuro.