La Harry Fox Agency (HFA), importante società di collecting americana che rappresenta oltre 37.000 editori musicali e detiene un catalogo di oltre 2.3. milioni di opere musicali, ha pubblicamente annunciato che la raccolta di royalties complessiva operata nel corso del 2008 per conto dei propri associati ammonta a circa 307.1 milioni di dollari. Un fatturato annuo che vede un calo del 22% rispetto a quello del 2007, nonostante la richiesta di licenze per la riproduzione meccanica sia stata di molto superiore (circa il 62% in più rispetto al 2007). Nello specifico, le licenze fonomeccaniche rilasciate nel 2008 ammontano a 2.44 milioni di cui circa un 84% sono state richieste per format digitali, incluso il download digitale e permanente di singoli e di interi album; ciò denota un costante aumento della vendita digitale (circa il 47% di royalties in più rispetto al 2007) che però non sembra essere sufficiente a controbilanciare le perdite nelle vendite dei CD.
Il presidente della HFA Gary Churgin non ha nascosto la sua preoccupazione per il continuo declino dell’industria musicale e l’evidente diminuzione dei proventi da diritto d’autore, ma sembra soddisfatto dell’operato compiuto da HFA nel corso del 2008: sia per lo sviluppo di nuove soluzioni da proporre ai suoi affiliati rivolte ad accrescere il valore dei rispettivi cataloghi grazie alla conclusione di numerosi accordi con grandi industrie del settore; sia per i rapporti di reciprocità instaurati anche con le società di gestione collettiva del Sud Africa e della Russia; sia per gli sviluppi tecnologici e gli sforzi promozionali compiuti che hanno migliorato l’efficienza e la produttività della compagnia; sia infine per l’importante attività di trattativa con il Copyright Royalty Board volta a determinare i nuovi piani tariffari delle licenze fonomeccaniche, attualmente ancora in corso e che vedrà impegnata la HFA anche per tutto il 2009.
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Stefania Baldazzi