Il CIAM – International Council of Creators of Music, in collaborazione con CISAC – Confederazione Internazionale delle Società di Autori e Compositori, MCNA – Music Creators North America e SOCAN – Società canadese degli autori, compositori ed editori musicali, ha presentato uno studio dal titolo “Fair Compensation for Music Creators in the Digital Age” nel quale avanza alcune proposte per una più equa redistribuzione dei proventi dei servizi musicali digitali.
Secondo lo studio, l’attuale quota che viene riversata agli aventi diritto per l’utilizzo della loro musica nei servizi in streaming oscilla tra il 60 e il 70%, e rappresenta una netta sottovalutazione del suo valore, soprattutto in considerazione del fatto che questo tipo di fruizione diventerà la modalità dominante di consumo. Secondo il Report, tale quota dovrebbe salire all’80%. Inoltre, di questi compensi, una parte maggiore di quella attuale e pari almeno al 50%, dovrebbe andare agli autori e agli editori musicali che al momento risultano penalizzati a vantaggio delle case discografiche e degli esecutori.
Lo studio raccomanda inoltre che tutte le parti coinvolte nella negoziazione di licenze di utilizzo sulle piattaforme streaming abbiano accesso alle informazioni che impattano sulla remunerazione e conclude affermando che si rende necessario un modello di business più equilibrato per garantire la sostenibilità dei servizi musicali digitali.
Fonte: Dirittodautore.it