Meno 13,5% in un anno: è questo il calo del fatturato della vendita di strumenti musicali in Italia nel solo 2012, secondo i dati diffusi da Dismamusica. Numeri su cui incide la crisi, è naturale, ma anche un nuovo modo di essere artisti: cresce il digitale, l’improvvisarsi musicisti dietro a un computer, grazie anche ai tantissimi nuovi programmi usciti negli ultimi anni. Il fatturato è sceso così a quota 287 milioni di euro (era di 400 nel 2009), nonostante circa un milione di persone abbiano acquistato almeno un pezzo.
Gli italiani preferiscono ancora in gran parte gli strumenti didattici (oltre 390.000 pezzi, ma in calo del 18%) e le chitarre acustiche (177.320, in crescita dell’1,5% grazie a un ribasso del costo del 5,3%). Crollano invece i lettori (-52,3%) e i processori di segnale (-32,7%), compensati dal boom dei registratori, aumentati del 200%.
A questi segnali il settore sta cercando di rispondere con misure innovative: “Non possiamo aspettare e piangerci addosso, servono azioni forti“, ha spiegato il presidente di Dismamusica Claudio Formisano. L’idea è di ricominciare dalle scuole: “La cultura musicale deve essere considerata una materia curriculare come le altre”, un’azione che “sarebbe da stimolo per la ripresa di tutto il comparto e che provocherebbe contemporaneamente un effetto domino positivo su tutta l’economia della musica“.
Fonte: SIAE