Il Parlamento Europeo ha appovato con 377 voti a favore, 178 contrari e 37 astensioni l’estensione a 70 anni (attualmente è 50 anni) della durata dei diritti connessi degli artisti interpreti ed esecutori. Il termine si applica a partire dalla prima pubblicazione o prima fissazione dell’interpretazione, e vale solo per le nuove registrazioni.
Il Parlamento ha altresì approvato la costituzione di un fondo dedicato ai musicisti di studio, che sarà alimentato da almeno il 20% degli incassi di cui godranno i produttori di fonogrammi grazie all’estensione del termine di durata, e servirà a compensare tali artisti che generalmente cedono forfettariamente tutti i propri diritti al produttore di fonogrammi.
Inoltre la proposta legislativa approvata permetterà agli artisti di rinegoziare i propri contratti conclusi prima dell’entrata in vigore di tale legge, 50 anni dopo la prima pubblicazione delle loro interpretazioni. Infatti se il produttore dopo i 50 anni dalla prima pubblicazione del fonogramma non lo rende di nuovo disponibile al pubblico, l’artista può chiedere la risoluzione del contratto discografico. Il produttore ha un anno per mettere a disposizione del pubblico il fonogramma, in caso contrario perde ogni diritto sullo stesso.
Gli stati membri avranno due anni dall’entrata in vigore per adottare tale normativa, dopo tre anni la Commissione dovrà valutarne l’impatto nel mercato, soprattutto in quello digitale.
Il Parlamento ha poi chiesto alla Comisione di lanciare uno studio sulla situazione in Europa dell’audiovisivo entro gennaio 2010, per verificare le condizioni per una eventuale estensione dei termini di durata anche in questo settore.
Il Presidente di Fimi Enzo Mazza ha commentato: “il voto del Parlamento europeo accoglie l’appello degli artisti e dei produttori europei e italiani confermando il valore della musica come importante risorsa della cultura europea”.
Fonte: dirittodautore.it