“Siamo soddisfatti nel leggere che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea – ha dichiarato il presidente della Siae Gino Paoli – sottolinea la necessità dell’equo compenso per gli autori, confermando ancora una volta che il compenso per copia privata è da intendersi solo per le opere protette dal diritto d’autore e non per le riproduzioni illegali”. La sentenza ha riguardato la causa C-435/12 tra alcuni importatori e fabbricanti olandesi di cd e dvd vergini e la società olandese Thuiskopie incaricata della raccolta del compenso per copia privata.
La normativa italiana considera la copia privata solo con riferimento alle fonti lecite di riproduzione, come si legge dalla relazione illustrativa del DM del 30/12/2009 e come si evince dal riconoscimento del TAR. A tale proposito l’avvocato generale della Corte Europea di Giustizia ha sottolineato che in alcuni Stati Membri, tra cui la Repubblica Italiana “la legge che assicura la trasposizione della direttiva 2001/29 esclude l’applicazione della copia privata alle riproduzioni realizzate a partire dalle fonti illecite”. In Italia sono 250mila gli iscritti alle 10 associazioni audiovisive e, grazie alla copia privata, viene tutelato il loro lavoro e, soprattutto il diritto alla creatività.
“Quotidianamente combattiamo contro la pirateria e l’illegalità, – conclude Paoli – due pesanti realtà che sempre più ostacolano il lavoro degli autori e delle produzioni italiane”.
Fonte: SIAE