Con la sentenza n. C-351/12 del 27 febbraio 2014 la Corte di Giustizia Europea (sezione Quarta), ha stabilito che la riserva di intermediazione a un unico ente di gestione collettiva del diritto d’autore su un dato territorio nazionale non viola i principi di concorrenza del TFUE, il Trattato dell’Unione Europea, a meno che non siano praticate tariffe sensibilmente più elevate rispetto le medie europee.
“Contrariamente a quanto da molti impropriamente sostenuto, l’Europa conferma dunque che il monopolio territoriale riservato agli enti di gestione collettiva dei diritti d’autore rappresenta l’unico modo per garantire una gestione efficace dei diritti di proprietà intellettuale”. Queste le parole del Presidente del Nuovo IMAIE, avv. Andrea Miccichè, nel commentare la sentenza pubblicata ieri. “La Corte Europea – continua Miccichè – ha chiaramente ribadito che non esiste, allo stato attuale del diritto dell’Unione Europea, un metodo che consenta di raggiungere un livello di tutela diverso da quello fondato sul controllo territoriale dei diritti, dal momento che solo un ente che operi, a livello territoriale, in regime di monopolio può garantire una gestione efficace dei diritti nonché un controllo puntuale del loro rispetto. Con ciò vogliamo nuovamente sottolineare – conclude Miccichè – che l’introdotta liberalizzazione, in Italia, dell’attività di gestione collettiva dei diritti degli artisti, non solo rappresenta un unicum nel panorama europeo, ma non è sorretta, a livello di diritto Comunitario, da alcun fondamento giuridico.
Qui la sentenza.