Commentando il disegno di legge presentato dall’on. Andrea Romano (Scelta Civica) sulle modifiche alla legge sul diritto d’autore e la gestione collettiva dei diritti, il presidente della Siae Gino Paoli ha ribadito che la Società “non ha pregiudizi rispetto a meditate e consapevoli riforme legislative che mantengano un’efficace tutela dei diritti degli autori e degli attuali livelli occupazionali“. Per questo motivo ha dichiarato la piena disponibilità a lavorare, unitamente al Parlamento, ad una complessiva riforma della normativa del diritto d’autore secondo le linee che verranno tracciate dall’Europa nel quadro della necessaria armonizzazione della materia nel mercato interno. Tuttavia non è possibile ignorare le criticità di tale operazione di revisione normativa: “Dovrebbe infatti essere considerato quanto è accaduto e sta accadendo con la liberalizzazione dell’intermediazione dei diritti connessi. A distanza di due anni le sette società di collecting accreditatesi presso la Presidenza del Consiglio si trovano di fatto davanti ai Tribunali e sono ancora in attesa di un DPCM attuativo“.
La tutela dei diritti degli autori è una materia della cui complessità bisogna tenere conto: “Non può sfuggire, in tema di complessità, che Siae, contrariamente alle più grandi consorelle europee, non gestisce solo i repertori musicali ma anche generi creativi altrettanto nobili ma di più complessa e difficile tutela (lirica, teatro di prosa, danza, opere radiotelevisive, cinema, opere letterarie e delle arti figurative come la pittura, la scultura e la fotografia) garantendo anche, in ottemperanza ad espressi mandati legislativi, taluni diritti di importanza indiscutibile. La SIAE, peraltro, ha da tempo avviato, con la consorella francese SACEM, la spagnola SGAE, la belga SABAM e l’ungherese Artisjus, un polo europeo, Armonia, di licenze digitali paneuropee e multi territoriali“.
In conclusione, l’opinione del professor Mario Monti che, da Commissario UE alla Concorrenza, segnalava come dove esistono società concorrenti che gestiscono gli stessi repertori di diritto d’autore non si realizza lo stesso livello di tutela che può realizzare l’azione di un’unica società di gestione collettiva poiché aumenterebbero le “spese amministrative sia per le Società di gestione che per i consumatori, a scapito dei redditi percepiti dagli aventi diritto” nonché si verificherebbe “una minore sicurezza giuridica”.
Fonte: SIAE