E’ la nuova frontiera della pirateria: si chiama “stream-ripping” e consente di estrapolare e scaricare un file audio da un video disponibile in streaming, ad esempio, su YouTube. Contro questa pratica illegale, e in particolar modo contro YouTube-mpe3.org – uno dei principali siti che la consentono – si è scagliata l’industria musicale con un’azione legale annunciata dalla International Federation of Phonographic Industry e promossa sia dalle major che dalle etichette indipendenti, concretizzata con una denuncia depositata in una corte federale della California e con un procedimento avviato dalla British Phonographic Industry nel Regno Unito. In entrambi i casi, l’obiettivo è la società tedesca PMD Technologie UG, che controlla il sito in questione. Le associazioni discografiche chiedono la chiusura del sito e i danni economici, pari a 150.000 dollari per ogni presunto caso di pirateria.
Le etichette discografiche sostengono che “decine, anzi, centinaia di milioni di brani sono stati illegalmente copiati e distribuiti dai servizi di streaming ogni mese” e che YouTube-mp3.org è il ‘trasgressore numero uno’ con oltre 60 milioni di utenti al mese. A sostegno della loro tesi le etichette hanno presentato i titoli di oltre 300 canzoni che sarebbero state convertite e scaricate dagli utenti del servizio.
Dicono le labels: “Lo ‘stream ripping’ è diventato una grave minaccia per l’industria musicale, funziona come un sostituto illegale per l’acquisto di musica registrata e l’acquisto di abbonamenti ai servizi di streaming autorizzati. Questo sito sta rastrellando milioni alle spalle di artisti, autori ed etichette”.
Fonte: Rockol