Nei giorni scorsi il Presidente della SIAE Gino Paoli è intervenuto sul tema dell’adeguamento delle tariffe per la copia privata, chiarendo nuovamente che non si tratta di una “tassa”, come erroneamente sostenuto da molti, ma del compenso riconosciuto agli autori, agli interpreti e ai produttori di contenuti. Di seguito le sue parole:
“Come autore e come Presidente della SIAE, sento il dovere di semplificare la questione a beneficio dei cittadini e quindi faccio una considerazione e pongo due semplici domande a quanti, incomprensibilmente schierati con le aziende multinazionali che producono gli apparati tecnologici, contrastano l’aggiornamento delle tariffe.
La considerazione: nel cosiddetto G8, dove siedono le otto grandi potenze economiche del mondo, vi sono quattro Paesi europei che sono la Francia, la Germania, il Regno Unito e l’Italia. Poichè nel Regno Unito la copia privata è ILLEGALE, ci sembrava giusto chiedere che le tariffe italiane fossero adeguate a quelle della Francia e della Germania.
Tuttavia ci è sembrato ragionevole ed equo condividere la proposta del Ministro dei Beni e Attività Culturali e del Turismo Massimo Bray di adeguamento di tali tariffe alla media europea.
Veniamo alle domande.
La prima: perché in Italia le tariffe degli smartphone sono a 0,90 centesimi, quelle dei tablet a 1,90 euro e quelle dei telefoni non smartphone a 0,90 centesimi mentre in Germania variano da 16 a 36 euro (secondo le capacità di memoria) e in Francia da 2,80 a 14,72 euro?
La seconda: perché gli autori, gli interpreti esecutori e i produttori di contenuti del nostro Paese non possono avere pari dignità e devono continuare a produrre opere dell’ingegno senza avere adeguato compenso e quindi continuando ad essere figli di un dio minore?”.
Fonte: SIAE