La delicata situazione legata all’epidemia di Covid-19 che ha sconvolto il mondo ha rivelato in maniera ancora più chiara quanto sia critica e precaria la condizione in cui si trovano a lavorare i musicisti nel nostro Paese. Al periodo di lockdown sono seguiti interventi non sufficienti da parte dello Stato ed è emersa con urgenza la necessità di riforme strutturali legate all’inquadramento fiscale e previdenziale dei musicisti e alle normative collegate.
All’inizio della fase di emergenza Note Legali si è fatta promotrice della nascita del CAM – Coordinamento delle Associazioni dei Musicisti, che unisce in un’unica sigla molteplici realtà legate alla categoria, con lo scopo di unire le forze e dare una voce unitaria alla rappresentanza. Ad oggi il Coordinamento conta oltre 20 sigle e rappresenta oltre 30.000 musicisti.
Dopo innumerevoli incontri (virtuali) e tavoli di lavoro, il Presidente di Note Legali Andrea Marco Ricci ha avuto l’opportunità di essere audito al Senato della Repubblica, presso la Settima Commissione Permanente Istruzione Pubblica – Beni Culturali, in rappresentanza del Coordinamento, per parlare della situazione dei musicisti nelle fasi di emergenza e ripartenza e avanzare le richieste emerse in questi mesi di confronti e lavoro con le principali realtà rappresentative della categoria.
Nella stessa occasione sono stati auditi anche il Forum Arte e Spettacolo e altre rappresentanze che ne fanno parte.
Qui l’intervento del Presidente di Note Legali Andrea Marco Ricci:
«Voglio ringraziarvi perché questa situazione drammatica è stata l’opportunità per le Istituzioni per accendere un riflettore sul mondo dello spettacolo, che non è il mondo dello svago e del divertimento, o il complemento del turismo, ma il mondo della cultura, dell’integrazione sociale, la spina dorsale di un Paese e vanto della nostra Nazione. Questo è giusto dircelo e ricordarcelo perché cambia l’approccio a questo mondo, che chiede solo pari dignità.
Tanto è stato fatto dalle Istituzioni durante il Covid, e ne siamo grati, ma non è ancora abbastanza.
Riguardo alle misure di sostegno durante il lockdown per la fase di emergenza le promesse di non lasciare indietro nessuno non sono state tutte mantenute. Come evidenziato nei documenti inviati e negli emendamenti proposti sia al Cura Italia che al Decreto Rilancio, le giornate contributive Ex Enpals, anche abbassate a 7, non sono e non possono essere l’unico strumento per identificare i professionisti, considerando che il lavoro si svolge anche all’estero, segue stagionalità di preparazione di prodotti discografici, vede parte della contribuzione per l’attività ancora in INPS gestione separata o prevede l’insegnamento, spesso anche con piccoli contratti da lavoro dipendente a tempo determinato da pochi euro. Vi è infatti una ampia casistica, indicata nei documenti, di musicisti professionisti che è rimasta esclusa usando questo criterio. Vi chiediamo di porvi rimedio, per evitare che tanti professionisti, in assenza di aiuto cambino lavoro.
Riguardo alla fase di ripartenza è essa è stata repentina e inattesa rispetto alle proiezioni date in precedenza. Ne siamo lieti, ovviamente, ma il nostro settore è fatto di programmazione. Tale velocità non è stata ancora accompagnata da interventi mirati e da semi di riforma strutturale con la conseguenza di amplificare e peggiorare la condizione dei lavoratori al punto da essere più correttamente ribattezzata fase di “sopravvivenza”.
Nell’ambito del mondo dei piccoli trattenimenti musicali, quali ristoranti, pub, live club, alberghi, o eventi legati al turismo, la situazione, già caratterizzata da una altissima evasione fiscale, contributiva e da problemi di concorrenza sleale, scarsi controlli e una eccessiva burocrazia è allo sbando. Pur di lavorare, anche in considerazione del fatto che molti degli aiuti previsti sono giunti tardivamente, si va a lavorare a qualunque condizione. Manca il pubblico (per minore domanda data dal contesto economico, o per paura o per le restrizioni normative che conosciamo), mancano i soldi (venendo da mesi di chiusura) e vi sono gli stessi problemi strutturali di sempre.
Perché lo spettacolo funzioni deve funzionare per tutti, datori di lavoro e lavoratori.
Vi proponiamo quindi di approvare alcune misure urgenti, che rendano possibile la ripresa del lavoro favorendo e promuovendo la legalità e la dignità, semi di una riforma organica, che vorremmo diventasse una priorità politica perché questo dramma sia l’occasione perché le cose non tornino mai più come prima, ma possano essere meglio di prima. Sono misure semplici: semplificazione burocratica, incentivi fiscali per chi impiega lavoratori dello spettacolo, maggiore competenza negli uffici INPS, maggiori controlli, un sostegno economico che accompagni chi ha il coraggio di ripartire e rischiare ancora, non avendo già incassato biglietti per futuri eventi.
Nell’ambito dei grandi eventi, è stata chiesta e ottenuta la misura dei voucher, chi li ha richiesti ha giustificato tale intervento come necessario a salvare la filiera dello spettacolo dal vivo. Ci dispiace comunicarvi che di quelle somme trattenute sui biglietti nulla è arrivato alla filiera, che si è sentita usata. I musicisti coinvolti in quegli spettacoli non hanno avuto, salvo qualche sensibilità personale, alcun sostegno dagli organizzatori, nessuna comunicazione in merito all’annullamento degli spettacoli, appresi dagli organi di stampa, e raramente comunicazioni in merito alla possibilità di recuperare quel lavoro. Non ci sono date e sono fermi, appesi, col rischio di perdere un’altra stagione: in molti casi gli eventi sono stati completamente annullati.
Riguardo al mondo degli autori, che per le tempistiche della gestione collettiva sentiranno la crisi il prossimo anno, sarebbe di grande aiuto anticipare il ricevimento della Direttiva Copyright, sul quale so, state già lavorando, che porterà un significativo gettito economico proveniente dalle utilizzazioni online.
Il Ministro Franceschini ha dichiarato di voler organizzare gli Stati Generali dello Spettacolo dal Vivo per settembre. Vi chiediamo che siano gli stati Generali dello Spettacolo, non solo dal vivo, perché l’attività di un musicista non si svolge e non deve essere legata solo a quell’ambito di attività e perché riforme fiscali, previdenziali, di dignità e riconoscimento di questa categoria, devono essere complessive, a cominciare dall’avere un’unica cassa previdenziale.
Vogliamo contribuire attivamente e siamo disponibili ed entusiasti di darvi il nostro supporto di esperienze e competenze specifiche perché questo miglioramento avvenga, trasformando questa grave situazione in una opportunità storica, in una nuova Costituente dello Spettacolo.
Nel frattempo, le misure di indennità devono continuare finché la ripartenza non sia effettiva nel nostro settore e non solo teorica».