La carenza di informazioni corrette in merito alle regole dell’attività musicale e la quasi totale assenza di una formazione specifica in tale senso, parallela e concomitante a quella musicale, non aiutano di certo a tutelare la propria attività e a creare una cultura condivisa. Spesso ci si accontenta delle numerose “leggende metropolitane” che circolano, del “sentito dire” o di qualche superficiale articolo polemico su Internet. È invece compito di chiunque ambisca a fare della musica la propria professione dedicare parte del proprio tempo a formarsi e informarsi su quegli aspetti che, inevitabilmente, influenzano l’attività di tutta la categoria, dimostrando anche in tale ambito un atteggiamento professionale.
Il momento storico è peraltro molto delicato, non solo da un punto di vista economico: il settore musicale sta vivendo un vero e proprio terremoto.
1) L’ENPALS è stato soppresso e assorbito dall’INPS (art. 21 del D.L. n. 201 del 6 dicembre 2011 c.d. «decreto salva-Italia»). Al momento, a parte il cambio di “nome fuori dalla porta” di fatto non è cambiato nulla: le regole sono le stesse e permangono le procedure di sempre (come le agibilità, le denunce mensili, le iscrizioni, ecc.). Al momento le uniche due novità di rilievo paiono essere la tanto attesa abrogazione della normativa circa il libretto di lavoro ENPALS (L. 183/2011 e circolare ENPALS n. 15/2011) a favore della gestione telematica della propria posizione e la fine della convenzione SIAE-ENPALS, scaduta il 31 dicembre del 2011. Non ci si potrà più rivolgere quindi agli sportelli SIAE, per svolgere le pratiche ENPALS, ma ci si dovrà rivolgere ai soli uffici INPS. Non è tuttavia affatto escluso che si metta mano anche al riordino del comparto assoggettando i lavoratori dello spettacolo alle procedure già in vigore per gli altri assicurati INPS. Certo è che il settore dello spettacolo presenta forti peculiarità che dovrebbero essere salvaguardate.
2) La SIAE è stata commissariata. Il commissariamento è una sorta di “governo tecnico”, che viene chiamato per sistemare i conti dell’ente, come “supplente” degli organi democraticamente eletti dagli autori e dagli editori che non sono stati in grado di governare autonomamente. I Commissari stanno però prendendo decisioni importanti: si ragiona su un nuovo statuto, con nuove regole di rappresentanza degli autori e degli editori che privilegino coloro che maturano più compensi e non diano invece una rappresentanza proporzionale a tutte le categorie degli autori, “piccoli” o “grandi”. Alcuni autori suggeriscono addirittura di eliminare il monopolio nazionale alla SIAE e di smembrare la società, sfiduciati da quanto sta accadendo. Decisioni epiche, storiche, considerando che la SIAE difende gli autori da oltre 130 anni, che vanno prese con competenza e lungimiranza e, soprattutto, nell’interesse di tutti.
3) Il NUOVO IMAIE, sorto sulle ceneri di IMAIE in Liquidazione e del quale ha eredito le funzioni con rinnovato spirito nel tentativo di operare correttamente e nell’interesse di tutta la categoria, non opera più in regime di monopolio di fatto. L’art. 39 del «decreto sulle liberalizzazioni» ha aperto uno scenario inedito nel mondo. Di fatto in Italia vi potranno essere più società di collecting che raccolgono lo stesso identico diritto per la categoria degli artisti interpreti ed esecutori. Tanti “opinionisti” si sono espressi a favore, certi che le liberalizzazioni rappresentino sempre un bene e un vantaggio per la collettività: eppure c’è un rovescio della medaglia che molti ancora oggi non vedono.
Le tre principali strutture nate per tutelare chi fa musica (lavoratori, autori/compositori e artisti interpreti ed esecutori), vivono un momento di grande cambiamento: è necessario essere attenti, competenti, presenti. Diversamente, chi ha grandi interessi economici utilizzerà il malcontento e la voglia di cambiamento per indebolire proprio la categoria. Ci troveremo così a fine terremoto ad operare tra le macerie. Pubblicheremo prossimamente degli articoli volti a spiegare quanto succede. Seguiteci.
Questo articolo appare in altra forma in Chitarre di settembre 2012