È indubbio che ha fatto molto discutere uno dei recenti provvedimenti del neo-governo Monti, ovvero la formale soppressione dell’Enpals da parte dell’art. 21 del D.L. n. 201 del 6 dicembre 2011 (cosiddetto «decreto salva-Italia», entrato in vigore alla stessa data). In particolare, il decreto precisa che sono trasferiti all’INPS il personale, le risorse umane e strumentali nonché le funzioni dell’ente previdenziale dello spettacolo e dello sport. Si ricorda che nell’ambito di tale operazione anche l’INPDAP (ente previdenziale del settore pubblico) ha subito la medesima sorte dell’Enpals, in un’ottica governativa di risparmio gestionale di diversi miliardi di euro.
Detto ciò, va ribadito che – di fatto – non è cambiato nulla: l’ente è sempre lì al suo posto (anche il suo sito Internet e i relativi servizi), permangono le procedure di sempre (come le agibilità, le denunce mensili, le iscrizioni, ecc.). Quindi molti che si sono da subito inquietati (o, di converso, entusiasmati) per la novità di legge non trovano al momento alcun riscontro, poiché si procede esattamente come prima.
Tutto questo fino a quando chi di competenza non metterà mano al riordino delle competenze, tramite decreti attuativi ministeriali da approvare entro il 31 marzo 2012: si potrà cambiare solo «l’etichetta», chiamando «INPS ex gestione Enpals» ciò che prima era Enpals e mantenendo intatte le procedure, oppure si potrà rivoluzionare il comparto assoggettando i lavoratori dello spettacolo alle procedure già in vigore per gli altri assicurati INPS. Certo è che il settore dello spettacolo presenta forti peculiarità e sembra un po’ difficile poterlo «livellare» tout court al pari di altri lavoratori, autonomi o subordinati che siano, non del settore.
Quel che si può affermare con certezza è che all’INPS sono destinati il personale e le competenze dell’Enpals, ma soprattutto che la «cassa» dell’Enpals confluisce nei forzieri dell’INPS. Ricordiamo che l’Enpals è uno dei pochissimi enti di previdenza con un bilancio in attivo. Dunque i circa 300.000 lavoratori e i 60.000 pensionati Enpals «migreranno» sì sotto l’ala dell’INPS, ma con una regolamentazione tutta da definire. L’operazione lascia a desiderare quanto a logica nelle tempistiche ma la particolare contingenza sembra suggerire, politicamente, queste scelte.
Più attuali e interessanti quesiti potrebbero essere altri, ad esempio quello di capire dove sono finiti i soldi degli assicurati Enpals che costituivano l’attivo, dopo l’operazione di soppressione: sarebbe idoneo che le riserve attive dell’Enpals andassero, almeno in parte e come da tempo chiedono diverse voci, a sostegno dei lavoratori del settore che necessitano di maggiori ammortizzatori sociali (non scordiamo in proposito il veto di agosto, da parte dell’INPS, contro l’indennità di disoccupazione a favore dei lavoratori dello spettacolo). Sarebbe assolutamente ingiusto e discutibile, invece, che quelle somme stanziate per lo spettacolo e lo sport finissero a sanare altri settori o altri comparti lavorativi (ad es. colmando il disavanzo che grava sull’INPDAP). Detto ciò, precisiamo che i contributi già versati dai lavoratori Enpals non saranno toccati, essendo diritti già acquisiti nel patrimonio del lavoratore, mentre potrebbe mutare il metodo di calcolo della pensione e di futuro versamento dei contributi.
Oppure ancora: la fusione con l’INPS renderà più presenti e capillari i controlli e le verifiche, finora limitatissimi a causa della mancanza di personale Enpals? Gli ispettori INPS sono decisamente più presenti e numerosi sul territorio, tuttavia si ritroveranno a dover effettuare ulteriori verifiche – oltre a quelle già messe in atto – in nuovi ambienti e contesti, forse per loro estranei e poco conosciuti.
Auspichiamo che questa notevole innovazione vada nella direzione di un aiuto a un settore professionale, quello dello spettacolo, che risente ancor di più di altri della crisi economica e che non ha potenti lobby a suo sostegno sul piano istituzionale. Proprio per questo andrebbe salvaguardato con decisioni che tengano conto delle sue difficoltà, del mercato attuale del lavoro, del confronto con le normative europee.
Da ultimo, due ultime precisazioni: in primis, salutiamo come moderna innovazione l’abrogazione della normativa circa il libretto di lavoro Enpals. la Legge n. 183 del 12 novembre 2011 (recepita nella circolare n. 15 del 27 dicembre 2011 dell’Enpals) ha disposto l’abrogazione dell’art. 11 del Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato 16 luglio 1947, n. 708, ove si disciplinava tale documento. Quindi dal primo gennaio 2012 tutti gli adempimenti relativi al libretto (dal suo rilascio alla sua compilazione, ecc.) non sono più dovuti e, pertanto, vengono meno tutte le sanzioni amministrative previgenti. La misura ha finalmente parificato il settore dello spettacolo agli altri settori lavorativi, ove il libretto di lavoro era stato eliminato da tempo, a favore dell’informatizzazione di tutte le procedure connesse.
Seconda novità, la convenzione SIAE-Enpals previgente (come da circolare Enpals n. 14 del 27 dicembre 2012) è scaduta il 31 dicembre del 2011. Pertanto, in attesa che l’INPS consideri se sia opportuno rinnovarla o meno, non ci si potrà più rivolgere agli sportelli SIAE (convenzionati Enpals) per svolgere le pratiche Enpals. Restano due gli uffici a cui l’interessato potrà rivolgersi: o quelli propri dell’Enpals (presenti territorialmente, però, solo nei capoluoghi e poco più) oppure, più diffusamente, presso tutti quelli dell’INPS. Sottolineiamo che comunque sono rimaste poche le pratiche Enpals da svolgere a sportello, quali ad es. l’iscrizione di imprese o lavoratori autonomi esercenti attività musicali: il più delle attività viene svolto oramai telematicamente, in un’ottica di moderna pubblica amministrazione.