Di cosa sia il Nuovo IMAIE (www.nuovoimaie.it) abbiamo parlato già tante volte (vedi i nostri precedenti articoli): in estrema sintesi è una sorta di “SIAE di artisti che hanno suonato nei dischi”. È, ovvero, da un lato, una società di gestione collettiva che raccoglie e ripartisce taluni compensi degli artisti interpreti ed esecutori (il c.d. diritto di copia privata per uso personale e il diritto sulla diffusione in pubblico di registrazioni musicali); dall’altro è una struttura mutualistica, che opera per soddisfare i bisogni della categoria.
Abbiamo già invitato più volte tutti i nostri lettori a iscriversi al Nuovo IMAIE perchè al di là dei compensi da percepire e del fatto che l’iscrizione sia gratuita, il Nuovo IMAIE ambisce a essere una piattaforma di rappresentanza della categoria e a svolgere importanti servizi per gli artisti.
In merito alla gestione collettiva dei diritti degli artisti (che in Italia vale qualche decina di milioni di euro all’anno) vi sono importanti novità.
Lo scorso 7 e 8 aprile si sono svolte regolarmente le prime elezioni del Nuovo IMAIE (3.682 elettori di cui 1.341 nell’area musicale). Il dato sull’affluenza al voto (al momento in cui si scrive ancora provvisorio) è stato un po’ inferiore alle aspettative (circa il 40% nella musica), se pensiamo che il sistema di voto (per corrispondenza) era semplicissimo, ma comunque la partecipazione è stata degna di rilievo. Successivamente, nel corso della prima Assemblea del Nuovo IMAIE svoltasi il 23 aprile, sono stati eletti i Comitati Audio e Video e il Consiglio di Amministrazione: il Nuovo IMAIE, così, ha costituito i propri organi sociali.
La notizia di rilievo è che è terminato il periodo transitorio che ha visto l’Istituto governato dal solo Presidente (dal 12 luglio 2010 sino all’8 aprile 2013), seppure assistito dal Comitato Consultivo di assistenza e controllo, composto da associazioni che potessero annoverare tra i propri iscritti almeno 200 artisti professionisti (tra cui Note Legali) e dai sindacati firmatari dei contratti collettivi nazionali (CGIL, CISL, UIL, UGL): un periodo lungo ma comunque utile perché, grazie alle rappresentanze di categoria degli artisti, sono state scritte le regole di funzionamento dell’istituto (regolamenti di iscrizione, ripartizione, funzionamento, trasparenza e accesso agli atti, codice etico), ponendo le basi per una gestione sana.
Con la costituzione degli organi sociali, finalmente, gli artisti si riappropriano della loro società di collecting: era infatti dalla messa in liquidazione di IMAIE (avvenuta il 14 luglio 2009) che gli artisti non avevano rappresentanti democraticamente eletti.
In merito a IMAIE in Liquidazione, l’ente che svolgeva le stesse funzioni prima del Nuovo IMAIE, si segnala che il giorno 9 aprile ha visto l’avvio dell’udienza preliminare nei confronti dei 205 accusati di truffa, falso in scrittura privata, riciclaggio per le gravi irregolarità riscontrate nell’assegnazione dei fondi relativi all’anno 2007. Tale indagine fu proprio una delle cause della chiusura dell’ente. Forse siamo a un punto di svolta? Si chiude col passato e si ricomincia da capo per il futuro?
Nel frattempo, come è noto, con il decreto legge 24/01/2012, convertito con modificazioni in legge (24 marzo 2012 n. 27) il nostro Paese ha liberalizzato la gestione collettiva dei diritti degli artisti: l’Italia è oggi l’unico Paese d’Europa ad avere di fatto più società di raccolta dei diritti degli artisti in concorrenza tra di loro. Tuttavia, sinora, le nostre istituzioni non hanno provveduto a fornire chiarimenti in merito alle regole nel quale svolgere tale competizione, ma si solo è provveduto all’individuazione dei requisiti minimi necessari per operare in tale mercato (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 19 dicembre 2012).
Il 27 marzo il Comitato Consultivo Permanente del diritto d’autore ha inviato a un ampissimo numero di associazioni (anche poco rappresentatitve) e società di collecting la bozza di decreto di riordino diritto connesso (nota prot 7356 -2013), chiedendo agli interessati di fare pervenire entro il 4 aprile ogni eventuale osservazione in merito.
Già questo è un fatto bello strano: sono 22 mesi che la categoria attende il decreto di riordino del diritto connesso, ma dopo avere atteso così a lungo una revisione tanto importante, avere solo una settimana di tempo (con in mezzo le vacanze pasquali) per fornire puntuali proposte di modifica al testo normativo, contributi e osservazioni è alquanto irrispettoso verso la categoria stessa. Ma al di là del metodo, è il contenuto che lascia increduli.
Innanzitutto perché il decreto di riordino doveva contenere in primis le sanzioni da applicare «nel caso di mancato versamento al Nuovo IMAIE dei compensi» e «nel caso di mancata trasmissione al Nuovo IMAIE della documentazione necessaria», così come la legge 100/10 richiedeva. E invece la determinazione delle sanzioni viene rinviata a futura memoria (art.10) cosicchè si ripetono gli errori del passato e non è ancora possibile incassare e ripartire correttamente i compensi degli artisti.
In secondo luogo, il decreto propone dei meccanismi assolutamente irrealizzabili nella realtà che bloccherebbero di fatto tutto il settore. Peraltro, la liberalizzazione della gestione dei diritti connessi nella musica ha creato uno scenario paradossale. Di fatto vi possono essere più società di artisti a ripartirsi la “torta degli incassi” ma la torta è sempre grande uguale. Mentre infatti gli artisti dell’audiovisivo possono andare a trattare direttamente con gli utilizzatori i propri compensi (e in questo senso la competizione è sana e può portare vantaggi alla categoria, in quanto aumenta il prelievo per diritto connesso e può conseguentemente calare il costo di intermediazione) nella musica la legge vieta alle collecting di artisti di trattare i compensi direttamente. Insomma si è liberalizzato, e male, ma non si può iniziare la competizione di mercato perchè mancano ancora le regole: di conseguenza il settore della raccolta è fermo, a ulteriore danno della categoria.
Una cosa però è certa: il Nuovo IMAIE è oggi la maggiore società di collecting italiana a favore degli artisti interpreti ed esecutori e si presenta come la casa della categoria, gestita dagli artisti nell’interesse esclusivo della categoria stessa. Speriamo di non sprecare anche questa occasione.
Il presente articolo appare, in altra forma, anche sul numero di maggio 2013 della rivista Chitarre