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Brevi osservazioni in itinere in merito alla conversione del Decreto-Legge 30 aprile 2010, n. 64, e alla nascita del Nuovo IMAIE (di Chiara Lonetti e Andrea Marco Ricci)

24 Maggio 2022
in Articoli, Music Business
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Come è noto, dopo alterne vicende, e in particolare a seguito della manifestazione tenutasi in Piazza Montecitorio a Roma in data 18 marzo 2010 promossa dagli artisti e dai lavoratori dell’IMAIE, il Governo, che si era impegnato a prendere decisioni in merito alla situazione dei lavoratori e dell’IMAIE entro il 31 dicembre 2009, ha finalmente emesso il Decreto-Legge 30 aprile 2010, n. 64, recante disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali, entrato in vigore dal 1 maggio 2010.
All’interno del DL, l’art. 7 è dedicato alla costituzione del Nuovo IMAIE, il soggetto giuridico che dovrebbe ereditare il ruolo e la funzione dell’ente dichiarato estinto in data 14 luglio 2009.
L’art. 7 del citato decreto ha lo scopo di specificare e riordinare il quadro normativo all’interno del quale va ad inserirsi l’attività che sarà svolta dal nuovo Istituto mutualistico artisti interpreti esecutori (IMAIE), istituto a cui dovranno essere attribuite le funzioni e le risorse del soppresso IMAIE, a tutela degli artisti interpreti ed esecutori. L’art. 7 è la base necessaria per la nascita del nuovo IMAIE che viene configurato come associazione di diritto privato sottoposta a vigilanza ministeriale in ragione della peculiare funzione di tutela della categoria citata.

Le principali novità introdotte nel DL sono le seguenti:
1. Al fine di assicurare la realizzazione degli obiettivi previsti dalla legge, viene costituito dagli artisti interpreti esecutori – assistiti dalle organizzazioni sindacali di categoria – un nuovo IMAIE, sul quale vigileranno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Ministero dei beni e delle attività culturali, e la Presidenza del Consiglio – Dipartimento per l’informazione e l’editoria;
2. Tutto il personale di IMAIE in liquidazione viene trasferito nel nuovo Istituto, che ne erediterà i compiti e le funzioni (a decorrere dal 14 luglio 2009). Una buona notizia quindi per i lavoratori dell’ente, che vedranno salvi i propri posti di lavoro. Allo stesso tempo è assicurato che il nuovo IMAIE avrà personale dotato di un know-how necessario ad operare sin da subito;
3. Al termine della procedura di liquidazione di IMAIE, verranno trasferiti al nuovo ente l’eventuale residuo attivo e i crediti maturati;
4. Nel sito del nuovo IMAIE verranno pubblicati per 1095 giorni i nomi degli aventi diritto ai compensi, distinti per ciascun trimestre, con l’indicazione – per ciascun avente diritto – del periodo cui si riferisce il compenso e del produttore di fonogrammi che ha versato lo stesso.

Ricordiamo che per diventare definitivamente efficace, il decreto deve essere convertito in legge entro 60 giorni dalla sua emissione (entro quindi il 29 Giugno 2010), altrimenti perde efficacia dalla data della sua emissione, come se non fosse mai esistito.

La disposizione riguardante la nascita del Nuovo IMAIE è inserita all’interno di una serie di altre disposizioni riguardanti, tra le altre, il riordino del settore lirico sinfonico (disposizioni che sono state molto criticate e hanno dato il via a numerosi scioperi da parte delle maestranze delle fondazioni lirico-sinfoniche). La prima difficoltà risulta quindi essere la conversione del decreto nella sua interezza. Il Parlamento, in sede di conversione, potrebbe tuttavia convertire in legge anche solo l’art. 7 dedicato all’IMAIE e fare decadere le disposizioni riguardanti le altre materie, ancora fortemente criticate.

Ad oggi, la conversione del Decreto legge è all’esame del Senato (Disegno di legge N. 2150).

In questa sede desideriamo illustrare le proposte di modifica emerse nel corso dei lavori della Commissione ed esprimere alcune considerazioni in merito.
Ad avviso di chi scrive la costituzione del nuovo Istituto Mutualistico Artisti Interpreti ed Esecutori è un’esigenza attuale, concreta e urgente per la tutela dei diritti della categoria di riferimento.

Segnaliamo, peraltro, che proprio di recente il TAR del Lazio, con sentenza del 28 maggio 2010, ha respinto il ricorso proposto dall’ex Presidente di IMAIE, Edoardo Vianello, e da altri. L’iter di estinzione dell’ente sembra oramai irreversibile.

Nel corso dei lavori parlamentari tuttavia sono emerse posizioni divergenti da alcune parti politiche che ancora osteggiano la nascita del Nuovo IMAIE.
La sostanziale contrarietà da parte dell’Italia dei Valori emerge dalla proposta di emendamento 7.2 nella quale si suggerisce una soppressione totale dell’articolo 7 del decreto. In particolare, tutti gli emendamenti proposti dai Sen. Giambrone, Belisario e Bugnano (Idv) sono di segno negativo rispetto alla sopravvivenza dell’art. 7 e quindi alla nascita del nuovo IMAIE o al trasferimento del personale impiegato in IMAIE nel nuovo soggetto; le proposte di questo gruppo politico sono sostanzialmente tentativi di smantellamento e smembramento della norma periodo dopo periodo (il riferimento è agli emendamenti 7.3, 7.5, 7.9, 7.12, 7.13, 7.14, 7.15, 7.16, 7.18, 7.19, 7.20 che progressivamente suggeriscono la soppressione della norma).
I lavoratori dell’IMAIE in liquidazione hanno subito diffuso un comunicato al riguardo, manifestando disappunto per la sorte dei 43 dipendenti dell’ente e scrivendo ai senatori citati, soprattutto alla luce della solidarietà espressa ai lavoratori IMAIE dal deputato Antonio Borghesi (IdV) nel corso della manifestazione del 18 marzo scorso in piazza Montecitorio. L’invito rivolto riguardava il ritiro degli emendamenti in oggetto, probabilmente frutto di un “inconsapevole equivoco”.
Si ricorda, peraltro, che il deputato Antonio Borghesi (IdV) aveva avanzato una interrogazione parlamentare in data 19 maggio 2010 (trasmessa in diretta televisiva, della quale forniamo la
trascrizione integrale) con la quale non perdeva l’occasione di fare polemica politica avverso la maggioranza di governo su basi assolutamente infondate e pretestuose. Sosteneva infatti l’onorevole che l’irripartito di IMAIE in liquidazione sarebbe stato gestito direttamente dal Ministro Bondi, mentre, come indicato nel decreto legge, il residuo attivo dell’ente finirà nelle casse del Nuovo IMAIE e sarà gestito dagli artisti, attraverso gli organi sociali dell’istituto costituendo, o ancor più probabilmente, finirà per finanziare i bandi di cui all’art. 7 della Legge 93/92 atti a sostenere l’attività degli artisti. Inoltre, additava i Commissari Liquidatori (che il deputato Borghesi identifica in Galloppi, Nastasi e Ferrazza, mentre i commissari liquidatori sono Galloppi, Laghi e Tepedino) come responsabili dell’estinzione di IMAIE, nonostante fossero stati nominati a seguito dell’estinzione dell’ente medesimo.
In parte diversa la posizione del Partito Democratico: da un lato l’emendamento 7.1 che propone la soppressione dell’art. 7 del decreto, dall’altro interviene nell’esame e nel dibattito parlamentare con una serie di proposte sostanzialmente costruttive per la nascita dell’istituto.

Tra le proposte emerse in sede di conversione del decreto, in particolare, emerge la necessità di prevedere delle sanzioni a carico dei produttori che si astengano dal fornire i dati necessari per l’individuazione degli aventi diritto o che non corrispondano al Nuovo IMAIE compensi dovuti agli artisti interpreti ed esecutori. Tale aspetto è risultato in passato assai critico, senza i dati degli artisti risulta infatti molto difficile per IMAIE svolgere il compito di individuare gli artisti aventi diritto al compenso e liquidare loro le somme incassate.
Tuttavia ad un esame attento le modifiche proposte sull’argomento presentano alcune incongruenze.
Gli emendamenti di cui ai punti 7.21, 7.22, 7.25 (rispettivamente proposti dai Sen. Pittoni e Cagnin (Lega Nord); Sen. Marcucci, Vita, Ceruti, Franco, Garavaglia, Procacci, Rusconi, Serafini e Ghedini (PD); Sen. Asciutti (Pdl)) convergono nel proporre un meccanismo che sanzioni i produttori in caso di incompleta, tardiva o errata trasmissione dei dati idonei ad attestare l’identità e la residenza degli artisti interpreti esecutori aventi diritto. Il termine previsto per tale adempimento è di trenta giorni dalla data di distribuzione o utilizzazione dell’opera, l’inadempimento è sanzionato con il pagamento di una “sanzione da concordare tra le parti”. Mentre la previsione pare appropriata, l’accordo delle parti sul quantum del pagamento si concilia male con la natura sanzionatoria delle conseguenze previste per la non corretta trasmissione dei dati.

Risulta invece preferibile l’emendamento 7.11 proposto dal Sen. Possa (Pdl) nel quale la previsione delle sanzioni ai produttori viene estesa anche nel caso di mancato versamento all’IMAIE dei compensi dovuti e la quantificazione delle stesse sanzioni viene affidata ad un decreto interministeriale. L’emendamento appena citato presenta però alcuni punti di dubbia convenienza laddove propone un riordino dell’intera materia del diritto connesso. Pur auspicando una revisione di alcuni articoli della Legge sul diritto d’autore (art. 82 in particolare sull’incedibilità del diritto di cui all’art. 73, 73 bis), tale legge dovrebbe essere modificata con atto avente forza di legge e non con decreto interministeriale. In ogni caso le modifiche dovrebbero tenere conto di un quadro normativo di riferimento molto articolato a livello comunitario e internazionale.

Rispetto al ruolo dei sindacati, il DL n. 64 attualmente prevede che il Nuovo IMAIE sia costituito dagli artisti interpreti esecutori assistiti dalle organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale, firmatarie dei contratti collettivi nazionali.
La proposta concretata negli emendamenti 7.6 e 7.23 rispettivamente dai rappresentanti del Pd e del Pdl è l’aggiunta delle seguenti parole: “e dalle associazioni di artisti interpreti esecutori che siano in grado di annoverare come propri iscritti almeno 200 artisti interpreti esecutori professionisti”.
La modifica avanzata in sede di lavori di Commissione suscita alcuni interrogativi di non poco conto. In primis occorrerebbe definire cosa si intenda per ruolo di “assistenza” di tali strutture rappresentative. L’inclusione nella fase costitutiva di quelle associazioni e organizzazioni che si sono attivate a favore degli interessi degli artisti è certamente un segno positivo per l’avvio di un dialogo costruttivo che coinvolga quanti più soggetti, conoscenze e competenze possibili nella redazione dello Statuto e dei regolamenti del nascituro ente e convogliabili in una sorta di comitato consultivo. Il coinvolgimento di talune realtà vicine agli artisti e rappresentative degli stessi, pur non sindacali, è sicuramente un valore aggiunto nella fase di creazione del nuovo Imaie, tuttavia sembrerebbe opportuno definirne più specificamente posizione e ruoli onde evitare complicazioni che il nuovo ente non può permettersi.
Per ciò che attiene il ruolo delle strutture menzionate in una fase successiva alla costituzione dell’ente, si potrebbe pensare ad una funzione meramente consultiva per assicurare una finestra di dialogo democratico tra l’interno dell’Imaie e la realtà esterna di chi vive e opera professionalmente nel settore di riferimento. In merito alla nozione di professionista si ritengono necessarie ulteriori specificazioni onde evitare che delle formule normative vaghe e generiche impediscano l’attuazione di propositi (come quello oggetto della proposta di emendamento descritto) a monte condivisibili.

Alla luce del testo attuale del decreto il ruolo dei sindacati viene relegato alla mera assistenza degli artisti interpreti esecutori in fase di costituzione. Ciò di fatto ne comporta una quasi totale esclusione nelle successive fasi, comprese quelle di contrattazione collettiva. Il riconoscimento da parte del nuovo statuto di un ruolo consultivo ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali costituisce l’oggetto delle proposte di emendamento 7.7, 7.8, 7.24 avanzate rispettivamente dal sen. Vita (Pd), sen. Pittoni e Cagnin (Lega Nord) e dal sen. Asciutti (Pdl), relatore, unicamente divergenti sul piano letterale e formale.
La considerazione in merito al ruolo che i sindacati debbano avere nel nuovo IMAIE e alla dizione letterale della norma più appropriata parte da un presupposto: le vicende del passato. I trascorsi infatti portano da un lato a giudicare come auspicabile l’esclusione delle organizzazioni sindacali dalla contrattazione, dall’altro come opportuno il permanere delle stesse in funzione meramente consultiva.

Le esigenze di controllo nobilitate da alcune proposte nella designazione del Presidente del Collegio dei Revisori fra i Magistrati della Corte dei Conti appaiono meglio risolvibili ricorrendo ad altre soluzioni. La Corte dei Conti di norma esercita funzioni di controllo sugli enti pubblici laddove il nuovo Istituto viene disegnato e nasce come associazione avente personalità giuridica di diritto privato. Il riferimento è agli emendamenti 7.4 e 7.10 rispettivamente proposti dai Sen. Pittoni e Cagnin della Lega Nord e dai Sen. Marcucci, Vita, Ceruti, Franco, Garavaglia, Procacci, Rusconi, Serafini e Ghedini del Partito Democratico.

Per quanto riguarda infine l’emendamento 7.17, proposto dai senatori Pittoni e Cagnin (Lega Nord), esso ci pare un provvedimento ad personam con l’unica finalità di colpire il Direttore Generale di IMAIE in Liquidazione, Maila Sansaini, che sarebbe l’unico dipendente a non essere trasferito nel Nuovo IMAIE.

In attesa della discussione alla Camera dei Deputati, prevista per metà mese, segnaliamo che numerose proposte relative allo Statuto e al funzionamento del Nuovo IMAIE sono emerse nel corso della tavola rotonda “Il caso IMAIE: presente e futuro dei diritti degli artisti interpreti esecutori”, organizzata da Note Legali nell’ambito del Music Italy Show di Bologna, lunedì 17 maggio 2010.
All’incontro hanno partecipato numerose rappresentanze degli artisti: Pierluigi Salvagni (UNdA UILCOM), Danilo De Girolamo (ANAD), intervenuto anche in rappresentanza di APTI e di SAI CGIL, Michele Massimo Pontoriero (FELSA CISL S&C), Massimiliano Volino e Flavio Fanasca (CLLAIE), oltre al Direttore Generale di IMAIE in liquidazione Maila Sansaini, al Direttore di Musica e Dischi Mario De Luigi e a diversi artisti provenienti da tutta Italia, tra cui Andrea Mingardi e Pier Foschi.
Tutti i partecipanti hanno concordato sulla necessità di rivolgere un deciso appello al Parlamento affinché si impegni a convertire in legge quanto contenuto nell’art. 7 del Decreto Legge 30 aprile 2010 n. 64, al fine di garantire l’occupazione ai lavoratori che attualmente operano nell’IMAIE e la piena e legittima fruibilità del diritto connesso ad oltre 70.000 artisti interpreti ed esecutori.

Quanto al futuro, sono emerse diverse linee guida per la redazione dello statuto e dei regolamenti del Nuovo IMAIE, che verranno proposte al rappresentante del MIBAC e che potranno costituire la base per ulteriori confronti tra i rappresentanti degli artisti. Tra queste sono risultate condivise: la necessità di non riconoscere particolari privilegi ai precedenti artisti elettori o soci di IMAIE, di fare chiarezza sulla definizione della qualifica di “socio”, di affidare ai sindacati l’assistenza nella contrattazione e la vigilanza sull’operato dell’ente e non invece la gestione del medesimo, di prevedere dei meccanismi solidaristici a favore degli Artisti Interpreti Esecutori, di promuovere delle sinergie che possano portare a individuare con maggiore efficienza gli eventi diritto.

Gli atti integrali dell’incontro verranno pubblicati nel numero di luglio di Musica & Dischi.

Tags: diritti connessiimaieliberalizzazionenascitanuovo imaie
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